lunedì 21 ottobre 2019

MODA & MODI

Brown is the new?



Riccardo Falcinelli nel suo bestseller “Colorama” (Einaudi) sostiene che si tratta di una tinta che non catturiamo con la retina, ma che percepiamo col cervello. Il marrone, insomma, più che arrivare dritto al cuore, e scaldarlo, agirebbe sulla nostra razionalità. Un colore da scegliere perchè neutro, pratico, accostabile, discreto, mai sopra le righe, un buon investimento in un guardaroba che vogliamo sempre più duraturo e libero dai trend. Non importa se non ci entusiasma come un arancione, se non è un manifesto d’intenti come il nero, se non possiede la sciccheria del blu e non ha mai calcato un red carpet.



Total brown di Max Mara: ma il segreto è la sfumatura




Avete memoria di una diva in odor di Oscar che si presenti davanti ai fotografi in marrone? Non suscita mai quella passione istantanea che ci trascina dentro un negozio senza un secondo pensiero, ma ci fa riflettere sui pro e contro di un acquisto. Un calcolo più che una gratificazione. Eppure, le vetrine di questo autunno ancora così indeciso, straripano di marrone, in tinta unita o negli stampati. La palette va da un estremo all’altro: dal mou al cioccolato, dalle nuance più chiare, che sconfinano nel cammello, al testa di moro. Non è mai total brown, ma un gioco di sfumature: a differenza del blu, che in tonalità simili si ribella all’accostamento, marroni diversi coesistono, anzi, si ammorbidiscono a vicenda e rendono l’insieme piacevole.

Brown is the new black? Tutt’altro: è un colore ostico, ingannevole. Va dosato con attenzione, a differenza del nero che, anche in quantità massicce, trova sempre la scusa del minimalismo intellettuale. Il marrone può esaltare e può sbattere una carnagione. Può scomparire nel beige di un impermeabile o farsi notare su un trench di pelle o di camoscio. Buca con l’arancione e il giallo, abbinato al nero si fa più salottiero e serale. Nessuno dice che gli piace, non è mai una prima scelta cromatica.


Piuttosto un passepartout, che ci sfida a valorizzarlo. Nel vuoto di idee nuove e portabili, ci consoliamo improvvisando col colore.

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