sabato 12 ottobre 2019

IL LIBRO


 Peter Cunningham: "Le conseguenze del cuore" un triangolo che fa scandalo







Un triangolo amoroso nella rurale, bigotta, chiusa Irlanda di inizio Novecento. Una storia pubblica e spudorata, che attraversa un secolo, una guerra, lo sbarco in Normandia, senza che nulla, nè morti, disastri finanziari, separazioni, malelingue, ricatti, nemmeno l’odio del proprio stesso sangue possa intaccarla.
Passione e perversione, passione e azzardo. Lei, Rosa Bensey, è figlia di un allibratore, lattea e magnifica fin da adolescente. Loro, che la ameranno senza mai odiarsi, sono Jack Santry, biondo e altissimo rampollo di una famiglia di militari, tutti eroismo e grandi bevute, e Chud Conduit, la voce narrante, moro e mediterraneo, nelle cui vene scorre il sangue di un marinaio napoletano, rimasto sulla terraferma solo il tempo di concepirlo in un ardente matrimonio di pochi giorni.


Questa storia lunghissima, sessant’anni di sentimenti e “regole profanate”, di sesso avido, poi delicato e cauto nella terza età, si svolge tutta a Monument, città immaginaria dietro cui si nasconde Waterford, il porto del sud est dell’Irlanda dove è nato il pluripremiato scrittore Peter Cunningham. Il suo romanzo “Le conseguenze del cuore”, uscito nel 1999 e uno dei quattro ambientati a Monument, è il primo tradotto in Italia (Sem, pagg. 425, euro 20), presentato in anteprima a Pordenonelegge dove l’autore ha fatto tappa per accompagnarlo.



Peter Cunningham


Il triangolo è il cuore della vicenda, ma altrettanto lo sono il gioco, il rischio, la posta. La nonna di Chud, Mabel, se la gioca tutta abbandonando il conte di cui è l’amante per il medico della città, al quale darà quattordici figli, per poi diventare una ricca e rispettata imprenditrice (“prostituta furiosa”, per il generale Santry, padre di Jack). Hilda, la sua secondogenita, nata sorda, infrange il muro della disabilità e va incontro al mondo sconosciuto dell’esotico marinaio italiano, con cui, senza parole, esplorerà tutta la grammatica della passione in un’unica settimana, generando Chud.


Annabelle, l’ultima discendente dei Santry, sfida il padre Kevin, l’uomo più ricco e potente di Monument, per rompere le convenzioni e invitare al suo matrimonio i nonni Rosa e Jack e il loro amico più caro, Chud, legittimando davanti alla comunità il rapporto scandaloso, che nemmeno la vecchiaia e gli acciacchi appannano (le pagine sul loro erotismo di anziani sono tra le più raffinate del romanzo).

La posta. Jack e Chud si giocano in guerra il matrimonio con Rosa, ma il loro legame si cementa molto prima, negli anni dell’adolescenza e delle nuotate insieme nel lago, quando nasce il loro codice, il “Delaware”, a intendere il posto, l’appuntamento, un’intesa impenetrabile agli altri (“nel bene e nel male, avrebbe continuato a modellare le nostre vite, a qualunque rischio, a qualunque prezzo”).
È lì che due occhi estranei, quelli del circense Bruno Belli, si appoggiano una volta di troppo sulle forme dorate della ragazza, stesa sull’asciugamano tra i suoi due accompagnatori, e poco dopo qualcuno glieli chiude per sempre. Quella morte oscura impone la prima separazione del terzetto: Jack in Inghilterra, Chud, accusato dell’omicidio ed evitato il carcere grazie all’influenza di nonna Mabel, in un collegio di preti, Rosa dalle suore.


Al termine della guerra, Jack sposa Rosa e Chud, ritornato a Monument dopo una lunga convalescenza, ne diventa l’amante, sotto gli occhi del marito e colto in flagrante dal piccolo Kevin, il figlio della coppia, che da quel momento proverà nei suoi confronti un odio inestinguibile.
Ma il gioco a tre e l’equilibrio resistono finchè Rosa e i suoi due uomini sono tutti insieme e il loro sentimento si alimenta nelle convenzioni che infrangono. Appena l’uno si allontana da Monument, il legame che unisce gli altri due si intiepidisce, avvizzisce. Insieme, invece, le loro “reazioni chimiche” sono “specchio l’una dell’altra”, cementando un rapporto dove la tiepidezza e l’impenetrabilità di Jack si compensa nella voracità di Chud, e Rosa, moglie insoddisfatta, sogna di tornare a essere tre, di avere l’uno e l’altro, come nel “Delaware” da ragazzi, finchè la fantasia delle sue notti non diventa realtà.


Al sole, fino alla fine dei loro giorni. Fino a quando, ancora insieme, i due uomini seguono la bara di lei. «Credo che siamo stati viziati», dice Chud. Resterà solo lui a conservare in otto raccoglitori e due metri di scaffali quello che è stato, semplicemente, “il racconto di un grande amore”.

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