sabato 21 marzo 2020

IL PERSONAGGIO

I segreti femminili inediti di Roberto Arlt

 
Roberto Arlt (1900-1942, Buenos Aires)


Roberto Godofredo Christophersen Arlt, per brevità Roberto Arlt. Dietro quello che sembra il nome del personaggio di un romanzo di avventure, ambientato nel cuore della Mitteleuropa, si nasconde uno scrittore e un giornalista in carne e ossa, uno dei capostipiti della letteratura latinoamericana moderna, in particolare per quanto concerne la narrativa breve, il “cuento”, di cui ha gettato le basi insieme ad autori del calibro di Leopoldo Lugones e Horacio Quiroga. Un grande che influenzò anche Gabriel García Marquez, oggi sconosciuto ai più, nella sua stessa città per parte di madre: Trieste.

Siamo a Buenos Aires, ma la Mitteleuropa c’entra, eccome. Roberto Arlt, infatti, era figlio di una triestina di lingua italiana, Ekatherine Iobstraibitzer, e di un prussiano di Posen, Karl Arlt, immigrato in Argentina. Nato nel 1900, Roberto se ne andò di casa a sedici anni per contrasti con il padre e insofferenza nei confronti della rigida educazione impostagli in famiglia, dove si parlava tedesco. Fece mille mestieri manuali per sopravvivere e studiò da autodidatta. A ventisei anni debuttò con il primo dei suoi quattro romanzi, “El juguete rabioso”, racconto autobiografico di un ragazzino che scappa da scuola e affronta avventure di ogni tipo per emanciparsi nella scala sociale.



Roberto Arlt


Arlt scrisse romanzi, racconti, piéce teatrali. Ma è come giornalista di “El Mundo”, dove iniziò a sedici anni e collaborò intensamente tra il 1928 e il 1942, che conquistò fama e successo, firmando le sue celebri “aguafuertes”, brevi scritti da leggere in tram al mattino andando al lavoro, racchiusi in una colonna del quotidiano. Lui le definisce “notas”, termine che traduce sia gli appunti che gli articoli di giornale. Erano gli antesignani del “caffè” alla Gramellini o dell’“amaca” di Serra, schizzi di vita quotidiana che traevano spunto dall’osservazione dell’autore, o da una lettera arrivata in redazione, o da una conversazione tra amici. Perchè aguafuertes? Perchè il suo stile era satirico e graffiante, come la tecnica d’incisione del metallo che impiega materiali corrosivi, in particolare l’acido nitrico.


Le aguafuertes di Arlt ebbero un successo travolgente, tanto che il direttore del Mundo decise di non farle più uscire in un giorno fisso, ma di spingere il lettore a comprare il giornale, alimentandone l’attesa. Le vendite infatti aumentarono e Arlt ebbe la straordinaria libertà di campare della sua scrittura, utilizzando poi la formula dei fortunati “appunti” per le sue cronache di viaggio, le Aguafuertes cariocas e le Aguafuertes españolas, queste ultime edite in Italia nel 2019.
Le donne argentine sono spesso protagoniste dei suoi articoli. Donne che lavorano, che studiano, che cominciano a vedere riconosciuti i loro diritti, che decidono di rimanere single in una società in cui il matrimonio e l’aspirazione a conseguirlo rimangono comunque al centro.


È dedicata a loro “Segreti femminili” la selezione inedita di venti articoli di Arlt appena pubblicata da Elliot. «Le argentine - spiega il curatore del prezioso volumetto, Carlo Alberto Montalto - agli inizi del XX secolo hanno voglia di far rumore, sono le più permeanti ambasciatrici dei grandi cambiamenti storici e sociali che riguardano l’intero continente latinoamericano, soprattutto per quanto concerne le grandi città».





Arlt osserva, commenta, partecipa. E dà consigli del cuore: sulla purezza, sugli amori passeggeri, sul matrimonio e le sue conseguenze, come lo spiacevole e non infrequente triangolo lui-lei-suocera, su come ridurre alla ragione coniugale mariti allegri. Lui stesso si era sposato due volte, di faccende di cuore ne sapeva qualcosa. «Nelle acqueforti - prosegue Montalto - si respira sempre e comunque un’atmosfera sociale che ha bisogno di un ricambio d’aria, di aprire ogni finestra possibile. La scelta obbligata del matrimonio è esattamente quello che “le donne di Arlt” intendono combattere per realizzarsi socialmente e umanamente. Naturalmente c’è anche chi, tra di loro preferisce vederla con una mentalità all’antica, soprattutto riguardo al fatto di trovarsi un marito. E, nell’economia del geniale meccanismo di questi scritti, per fortuna che ci sono anche loro».

Esilaranti i ritratti delle poetesse, una figura su cui la corrosiva penna di Arlt si scatena. «Il che è del tutto inevitabile quando una novità genera scalpore rompendo con un passato convenzionale che relegava la donna a determinati ruoli e contesti - aggiunge il curatore -. D’altra parte è solo così che Arlt poteva denunciare in modo inequivocabile l’ormai insensato bigottismo di una società che non permetteva alle donne di accedere con le proprie gambe alla sfera culturale, tantomeno al diritto di voto e a quello all’istruzione».


Arlt definisce le poetesse “una specie di piaga nazionale”, presente in ogni “paesino di campagna, quotidiano di landa sperduta o bollettino parrocchiale”. Dame i cui componimenti vengono accettati dai giornali soltanto per non perdere un abbonato, di solito incorniciati da rampicanti di una qualsiasi specie botanica, impreziositi da amorini e colombelle, e firmati a piè di pagina da una Ester che inevitabilmente “il linotipista accorto, per ordine del direttore”, trasformerà in Esther con l’acca, “che fa più elegante e più signorile”. Poetesse che può redimere solo il matrimonio, “il sacramento - dice il Nostro - che ha salvato molte anime dalla perdizione”. 

Quello di Arlt è un linguaggio che non avverte il peso del tempo, anticipatore addirittura sulle questioni di genere. “Genia”, seppure ironicamente, definisce uno dei suoi bersagli preferiti, le presunte verseggiatrici. «Un anticipatore su tutta la linea - conferma Montalto - e lo dimostra proprio la femminilizzazione di un termine tipicamente usato al maschile per entrambi i generi, tant’è che oggi questa variante femminile viene impiega in modo comunissimo tanto in Spagna quanto in America Latina».


Le aguafuertes sono piccoli gioielli di osservazione, umorismo, sensibilità. Concentrati di empatia nei confronti dell’essere umano in genere, i cui comportamenti Arlt registra con un’acutezza esente da qualsiasi stupore, o giudizio, ben conscio che entrambi i sessi sono capaci di bene e male, tradimento e malizia, grandi gesti e piccolezze. Sui “segreti femminili” non si può dargli torto: “Di che cosa parlano le donne tra loro? Che cosa pensano degli uomini? A che genere di interrogatorio sottopongono un’amica fresca di matrimonio? Ciascuno di questi luoghi comuni rappresenta un mistero per il novanta per cento degli uomini, per i quali la donna è un essere talmente sconosciuto ed ermetico nella sua intimità psicologica come potrebbero esserlo il Polo Nord o il fondo del mare».

@boria_a

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