martedì 29 dicembre 2009

MODA & MODI: quel vecchio papillon è un gioco da ragazzi
Chuck Bass (fonte Fanpop)
Il papillon? Confinato al guardaroba per l'ultimo dell'anno o per qualche prima teatrale, a meno di non fare il cameriere. Negli ambienti di lavoro perdonato solo ai colleghi un po' attempati, con qualche veniale predisposizione all'eccentricità. Per gli annali della moda maschile, forse l'accessorio più deriso: scioccamente frivolo, ridicolo, privo di sex-appeal. Ingessante come il cappello per le signore: in entrambi i casi i neofiti sono traditi dal collo rigido. Con queste premesse, chi avrebbe mai scommesso sul ritorno in auge della farfallina, il "comeback" del "bow tie", per dirla con i giornali stranieri, dal New York Times al Wall Street Journal al Financial Times, che si stanno occupando seriamente della faccenda come di una singolare svolta nel costume?
Eppure, prima ancora che dalle passerelle, i segnali sono arrivati dalle serie tv, a cominciare dall'acclamatissima "Mad men", vademecum della moda per i maschi un po' come lo è stato "Sex & The City" per le donne, storia di un'agenzia di pubblicità su Madison Avenue a New York, ma soprattutto ritratto fedele dell'America dell'era kennedyana e dei suoi uomini eleganti, irresistibili e traditori. Il confronto è impietoso e il messaggio inequivocabile: i più eleganti sono i personaggi anziani, in giacca e papillon, mentre i giovani e ambiziosi copywriter, già anticipando le devastazioni del guardaroba portate dal '68, non fanno mistero di considerare la cravatta niente più che un collare per cani. È un confronto di età ma ancora prima di fascino, di seduzione, di autorevolezza, di sicurezza di sè e delle proprie scelte. E la maturità, con  i suoi consolidati codici vestimentari, vince su tutta la linea.
Oggi la situazione si è capovolta. Se ne è accorto per primo Bill Cunningham che, sull'edizione on-line del New York Times tiene la geniale rubrica fotografica "On the street", andando a caccia, con bicicletta e macchina fotografica, delle ultimissime tendenze sulle strade di Manhattan. È finito il "casual friday", l'abbigliamento sportivo un tempo ammesso anche negli uffici per la giornata che precede il weekend. L'uomo giovane sta riscoprendo il sottile piacere dell'eleganza, ne reinterpreta i classici in modo più leggero e spontaneo, impara a mescolare e a smitizzare e soprattutto toglie ad alcuni capi o accessori la polverosa etichetta da "occasione" per indossarli a qualsiasi ora del giorno. Gentlemen trentenni e disinvolti in papillon coloratissimi sotto il maglione a V, le giacche doppiopetto o il cardigan escono dalle stazioni della metropolitana e spariscono inghiottiti dai grattacieli. Come ha fatto il rocker britannico Pete Doherty, l'ex di Kate Moss, con il gilet, che ha trasformato in un'abitudine un po' "maudit", così il papillon entra con disinvoltura nell'abbigliamento quotidiano, gioca con colori e materiali, diventa una chiara attestazione di personalità, di volontà di rompere con le uniformi, di controcultura nel vestire. Se lo mettono Chuck Bass, il dandy cattivo della serie "Gossip Girl", l'imitatissimo David Beckham e il direttore creativo di Lanvin, Alber Elbaz, che ne ha fatto il pezzo forte della linea uomo. Oggi sono i cinquantenni e più a preferire maglioni informi e simil-jeans, giubbotti e zainetti giovanilisti, più che mai improbabili nei vestiti smessi dai loro figli.
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David Beckham (Getty Images)

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