martedì 7 febbraio 2012

MODA & MODI: la rivincita del piumino sul cappotto snob
 
In questi giorni polari si crea un senso di immediata complicità tra i sarcofaghi imbottiti di piume che caracollano sui marciapiedi gelati. Si è ugualmente informi, insalsicciati, asessuati , quindi ci si riconosce fratelli nel gelo e nell'ineleganza. Prima dell'ondata artica lo snobbissimo cappotto di questa stagione guardava dall'alto in basso l'ordinario piumino, capo basic dell'inverno anche quando il meteo non lo impone, banale e poco selettivo, capace di trasformare la silhouette più levigata in un ammasso indecifrabile, dove le proporzioni si fondono nell'unico blocco di una sgraziata e respingente confortevolezza. Vuoi mettere il signor capospalla, su cui Coco Chanel sospirava: "Nessun uomo ti farà sentire protetta e al sicuro come un cappotto di cachemire e un paio di occhiali neri...». Avvolgente, costruito, colorato (e non inevitabilmente nero pneumatico, che nel caso del piumino non è solo un effetto cromatico), il cappotto permette tacco, calza velata, pantalone largo, accessorio ricercato, cappello, borsa a piacere.
Che cosa si può mai abbinare a un piumino che non ci faccia sentire così irrimediabilmente infagottate? Al massimo un copricapo con coda di tasso alla David Crockett o un berettone di lana con pon-pon, quando l'età lo consente ancora, a meno che non si tratti di piumino già accessoriato, per esempio con cappuccio di pelo alla Sarah Palin, sigillata in una variante lunga fino ai piedi, colpo d'occhio grande insaccato, che forse in Alaska è quello che s'intende per icona di stile. Il defunto, almeno per le passerelle, piumino, nell'attuale ibernazione si prende una rivincita globale e rialza la testa anche nelle soirée, soprattutto di provincia, dove per chi non è munito di visone oversize non c'è altra possibilità che "impiuminarsi" o battere i denti con grazia adeguata all'occasione. L'anno dell'orgoglio del nostro paltò sartoriale, dal dettaglio prezioso, il colore vitaminico, la linea frugale solo in apparenza, perchè ogni taglio, ogni piegolina, ogni accenno di cintura, ogni asola sono studiati per concentrare il massimo delle chic urbano, è inghiottito da legioni gommate, rimbalzanti. Di una bruttezza, che ci rende indistinguibili, per fortuna.

@boria_a
Piumini a Trieste in un giorno di bora (foto Paolo Giovannini)

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