lunedì 1 agosto 2016

 MODA & MODI

Hillary ha detto "sì", in bianco 



 



Addio scrunchie, l’elastico fermacapelli di tessuto da istruttrice di aerobica, che portava quando era segretario di Stato. Adesso Hillary ha una costosissima “pob”, ovvero la “political bob”, mezza frangia per donne di potere che la accomuna ad Angela Merkel e Theresa May. La sua, però, ha una manutenzione da capogiro, se è vero che il coiffeur incaricato, John Barrett con “studio” da Bergdorf & Goodman sulla Fifth Avenue a New York, non mette mano alle forbici per meno di seicento dollari.

Dai capelli in giù, lo stile di Hillary Clinton, prima donna candidata alla Casa Bianca, si è adeguato al significato storico della nomination. Smesse le gonne e giacche matronali di quando era “solo” first lady, accantonati i colori marzapane da segretario di Stato (che al suo sedere non facevano un gran bene), Hillary ha detto “sì” al congresso democratico nell’ennesimo, adorato, tailleur pantaloni. Tutto il messaggio è stato affidato, e concentrato, nel colore: bianco. Diretto, semplice, assertivo, proprio i tre aggettivi utilizzati dai commentatori per definire il discorso di “accettazione”. Basta sdolcinatezze, arcobaleni, marzapane, per cui ha un debole ma non sono più in sintonia con la solennità dell’ora. Un total white autoritario - giacca, pantaloni, top, con décolleté mezzotacco color crema - l’ha resa unica, abbacinante nello sventolio frenetico delle bandiere, e, non a caso, perfettamente patriottica, preceduta e agganciata all'abito blu di Michelle Obama (lineare e molto chic, con gonna appena appena svasata, di Christian Siriano, talento uscito da Project Runway) e al rosso della figlia Chelsea, i colori della bandiera americana.






 




I commentatori fanno le pulci. E se il discorso regge, le spese per il nuovo guardaroba sono impallinate come le e-mail: una giacca di Armani da oltre 12mila dollari indossata a New York parlando di equità e stato sociale, una borsa di Ralph Lauren da 3500 per la prima visita in ospedale al secondo nipotino, peraltro infagottata come una nonna molto poco glamour.

Lei tira dritto e, complice il nuovo staff di guru dell’immagine, abbassa i toni cromatici. A Michelle veniva naturale sdoganare il “maledetto” ciclamino in un’occasione planetariamente mediatica come l’investitura di Barack per la corsa alla Casa Bianca. Hillary, che non ha dalla sua l’età, nè il fisico e l’empatia dell’attuale first lady, si rifugia nei basic: bianco, blu, una palette di crema. Tinte sobrie per veicolare un messaggio di solidità e fiducia nel futuro. Come dire: diffidate del platino sbrilluccicante del mio avversario, a cominciare dai suoi capelli.


twitter@boria_a

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