domenica 21 agosto 2016

MODA & MODI

La tuta fa la differenza



Gocha Rubchinskiy


 Da un po’ di tempo è la parola magica. Quando transita sulle passerelle un uomo disossato, con i pantaloni che paiono scivolare via dai fianchi appuntiti e il pallore incorniciato da una camicia col fiocco, i commentatori recitano all’unisono: genderless. O anche a-gender, senza sesso. Come dire: è un lui che potrebbe essere una lei, perchè veste capi senza connotazioni di genere, non indossa niente che lo inchiodi a una superata - almeno nel guardaroba - divisione tra maschi e femmine.

Più facile a dirsi che a vendersi, probabilmente. Qualcuno, nell’altra metà del cielo, si è stancato di rinunciare a una sacrosanta differenza. Non ne può più di pizzi, calze, mocassini col pelo, gillettini e pelliccette che si appicciano al torace, camiciole da contendersi. Ha la nausea di vestiti crossover, in tutti i sensi senza attributi. E ha deciso di cancellare dal suo armadio quell’alfa privativo, senza per questo imbustarsi in un doppiopetto.
La reazione al genderless non ha niente di ferrigno o costringente. E non potrebbe essere altrimenti, perchè la moda maschile da tempo smussa, addolcisce, allenta, rende fluidi i contorni.


Così, la noia dell’iperfemminilizzazione, ha riportato in auge un capo basic: la tuta da ginnastica. Che può essere morbida, adattabile, mix di libertà e confortevolezza, ma senza leziosità. Sportswear “promosso” ad abbigliamento per ogni momento della giornata, basta cambiare i materiali, spezzare gli accostamenti, giocare con un pezzo casual e un altro più formale. Abbinare l’inosabile: calzoni con le pinces e giacca da allenamento alla Rocky Balboa, come ha fatto Gosha Rubchinskiy nella sua collezione nostalgica dello sport inespugnabile dell’era sovietica.

Nelle ultime sfilate maschili le tute sono spuntate ovunque: tradizionalissime nei materiali e nelle tinte o più “preziose”, di velluto e ciniglia, in colori neutri o brillanti. Con la giacca chiusa dalla zip fino al collo, la geometria delle righe su braccia e gambe, i cappucci e i pantaloni da stringere coi lacci.


Il messaggio è duplice: sono alla moda ma non ossessionato, informale eppure non classico. Certo, sono combinazioni ancora di nicchia, per maschi attenti a quello che accade in passerella. E sarà più facile calarsi interamente in una tuta da ginnastica versione deluxe che avventurarsi negli assemblaggi, col rischio di sembrare usciti da un campeggio o dare l’impressione di aver pescato alla cieca nell’armadio. Ma la tuta fa la differenza. Quell’alfa che omologa i sessi è sparito e il gender, almeno un po’, vendicato.

O rivendicato.
twitter@boria_a

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