sabato 10 dicembre 2016

IL LIBRO

Che strazio dirsi addio al tempo dei social


 



Che strazio lasciarsi ai tempi della rete. Nessun taglio netto, nessuna definitiva sparizione dell’oggetto del desiderio dal nostro panorama fisico, oltre che sentimentale, nessun telefono muto a dirti che la storia è finita. Se la virtualità moltiplica gli amici immaginari, e ci fa sentire meno soli e più popolari, ha il tremendo svantaggio di dilatare all’infinito il processo della separazione. Con un clic sui social network dell’ex (o sui profili degli amici più stretti, perchè le impostazioni privacy aperte di certi esibizionisti sono un rifugio per gli abbandonati in cerca di rassicurazioni) ci si può illudere che la storia sia ancora in un limbo, che possa essere ricucita, ripresa per i capelli.


Ester Viola


Finchè, non si sa quando, è proprio la rete a darci la mazzata, a tradimento ci notifica il tradimento. Prima solo un mezzo sospetto, poi uno dietro l’altro i dettagli convalidanti: uno sfarfallio di cuori Instagram nel profilo di una biondina sconosciuta, la prima foto insieme e via postando ogni passaggio della nuova coppia. Se dieci anni fa le pene d’amore potevano perfino guarire prima grazie all’ignoranza (nostra) e al silenzio (dei pochi mezzi di “connessione” esistenti), oggi Facebook o Instagram rendono lo stalkeraggio virtuale una tentazione irresistibile.


Lui e i suoi status (i suoi cuori, se non più il suo cuore), sono sempre a portata di tastiera e la paranoia di monitorare foto, condivisioni e like schizza alle stelle. Meglio sapere, che immaginare. Del resto, «lasciarsi non è mai quando ci si lascia: è una cosa che succede quando non puoi più negare che il tuo ex si è innamorato di un’altra». In questo i social sono carnefici. E non è un bel momento quando scopri che Mark Zuckerberg comincia a parlare proprio dei fatti tuoi. Cioè, a inchiodarti all’evidenza.

Impossibile non ritrovarsi nel fulminante, corrosivo, brutalmente reale “L’amore è eterno finchè non risponde” (Einaudi I Coralli, pagg. 218, euro 17,00) dell’esordiente napoletana Ester Viola, che, nella vita, fa lo stesso mestiere della protagonista del libro, Olivia Marni: l’avvocato divorzista. Non è questione di età: a tutte è capitato di toccare il fondo, nella preistoria virtuale fissare per ore il telefono muto, nell’era 2.0 dei sentimenti fissare il profilo di lui sui social. Perchè, Ester e Olivia lo sanno bene, «si lasciano i ricchi, si lasciano quelli che non avrebbero i soldi per lasciarsi, si lasciano gli innamorati, si lasciano persino quelli che si erano messi insieme per non lasciarsi soli. Si lasciano tutti, è solo questione di quando».


E non importa se Olivia pianifica la fine dei matrimoni altrui e ha dimestichezza con le categorie dei “lasciati” (vanno al divorzio come a una guerra) e dei “lascianti” (hanno fretta e sono magnanimi, perchè già felicemente riaccoppiati), quando - appunto - succede a lei di perdere il quasi medico Dario, ricco sfaccendato aspirante scrittore e neppure bello, l’esperienza non serve a nulla. 
Si attacca alle telefonate, perchè «se un uomo non ti ama, sparisce. Se invece scrive o telefona significa qualcosa, deve significare qualcosa. No?».

Poi, quando le chiamate si diradano, compulsa i social, fino alla terribile scoperta: l’altra ha un nome, è bella come Kate Moss nel 1998 e non c’è una sua foto una, nemmeno nelle pagine virtuali delle migliori amiche, dove non sia venuta bene. Peggio: il giorno dopo San Valentino, nella nuova immagine del profilo, la “biondina” sfoggia un anello che rastrella cinquantasei cuori in tre minuti e commenti deliziati zeppi di punti esclamativi. Il resto è la contabilità dell’immutabile ossessione amorosa. Che nell’era social significa percorrere instancabilmente la rete, intrufolarsi nelle bacheche, alla ricerca delle evidenze della felicità altrui e di quelle del proprio abbruttimento. Non consolano le amiche nè il sushi a buon mercato, si finisce per chiudersi in casa, col frigorifero vuoto a chiedersi: «Nei film fanno mai vedere cosa succede durante il decorso di un cuore spezzato? Niente, non succede niente, ecco la risposta».

È questo il fondo? si arrovella Olivia. No, il fondo è quando lui telefona perchè gli serve una chiave usb dimenticata a casa tua con la seconda stesura del suo romanzo (“buttagliela - dice l’amica razionale, Viola - fai un favore a tutti e due”) e ti rendi conto che non è un pretesto per richiamarti. Il resto lo farà il tempo, medicina efficace anche quando i sentimenti corrono veloci sui clic. E certamente una nuova storia, dove finisci con l’essere tu la biondina da pedinare sui social. In fondo, per qualcuna, la vita è sempre quello che succede tra un “Me la farò passare anche stavolta” e l’altro.

@boria_a

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