domenica 2 luglio 2017

MODA & MODI

Le espadrillas vampirizzate 














Ci aveva già provato la birkenstock, un paio di anni fa. Mettersi un po’ di puzza sotto il naso e scrollarsi dai piedi la rassicurante, germanica bruttezza. Aveva venduto l’anima a un brand di lusso, che l’aveva subito rinominata “field sandal”: una mano di colore alle cinghiette e alle suole, un po’ di make-up sulle inconfondibili forme tagliate con l’accetta, e pretendeva di assurgere al livello 2.0, di essere promossa “glam” a suon di centinaia di euro. Quest’anno l’operazione “reloaded” prende di mira le espadrillas, scarpette estive e spensierate per eccellenza, trasversali e transgenerazionali, versatili e poco capricciose.

Con la tela scolorita dal sole e bordata dal bianco della salsedine, con la suola di corda mangiata dalla strada e dalla sabbia, questa ciabattina dalla storia antica, calzatura dei contadini dei Pirenei nel Trecento, nell’estate 2017 è stata vampirizzata dalle griffe. Che ne hanno fatto una scarpa ogm, più grande, più colorata, senza imperfezioni: l’hanno montata su un plateau di quaranta centimetri, l’hanno coperta di borchie per renderla rock, le hanno disegnato sopra fiori e frutta adatti alle passerelle “cruise” (quelle schizofreniche che in pieno inverno propongono abitini svolazzanti, perchè per i top spender, gli acquirenti che non badano al portafoglio, le stagioni sono un’opinione e c’è sempre una nave da prendere in qualche angolo del pianeta...). Infine, l’hanno sventrata e trasformata in un anonimo sandaletto modaiolo, con cinghie e lacci intorno alla caviglia, privandola della sua incommensurabile qualità: poter essere tolta e calzata con un dito. Senza armeggiare, senza perdere tempo, occasioni, momenti di libertà.

Ma lo sfregio peggiore è l’espadrilla brandizzata. A questo servono le borchie e gli altri superflui ammenicoli piazzati sulla tomaia: a disegnare loghi inconfondibili, per renderla desiderabile a torme di ragazzine Instagram-dipendenti che altrimenti non la degnerebbero di uno sguardo. A riconvertire la calzatura della rilassatezza vacanziera, anonima e global, vagamente qualunquista, in una scarpetta “must have”. L’originale piaceva a Audrey Hepburn e Brigitte Bardot, la versione riveduta e corretta va bene a qualsiasi “influencer”. Con un marchio addosso, l’espadrilla è diventata più anonima che mai.
@boria_a

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