IL LIBRO
Matsumoto Seichō e la donna morta
vicino a un albergo a ore
C’è una domanda che si insinua nelle prime pagine di “Un posto tranquillo”, il terzo noir di Matsumoto Seichō, finora inedito in Italia, pubblicato da Adelphi: perchè Eiko negli ultimi tempi appariva più “provocante”, come se “volesse attirare l’attenzione”? Perchè una delle amiche alla scuola di haiku l’aveva definita “sensuale” e un’altra signora si era informata se per caso facesse l’intrattenitrice nei locali?
A porsi questi interrogativi è suo marito Asai, funzionario del ministero dell’Agricoltura, cercando di ricostruire, a ritroso, che cosa gli sia sfuggito nei sette anni di matrimonio con quella ragazza, “non una bellezza, ma attraente”, che fuori dalle pareti domestiche sembrava rinascere, mentre in casa, con lui, quasi non apriva bocca e tra le lenzuola era quantomeno tiepida e sfuggente? I colleghi di lavoro gli avevano messo la pulce nell’orecchio: l’ammorbidirsi delle forme in una donna intorno ai trent’anni non è solo un naturale sviluppo fisiologico, ma il risultato di un percorso, qualcosa di acquisito con l’«esperienza».
Comincia da qui il tarlo di Asai, prima ancora che l’evento scatenante si sia compiuto. Perchè nei tesi e perfetti thriller psicologici di Seichō, il Simenon giapponese (Adelphi ha già curato l’edizione di “Tokyo Express” e de “La ragazza del Kyūshū”, tutti tradotti elegantemente da Gala Maria Follaco), c’è sempre una qualche ossessione a muovere l’intreccio, la percezione di un elemento incongruo nel mosaico dei fatti, che nella mente del protagonista diventa un quesito martellante, ineludibile.
Eiko, che soffriva di cuore (due anni prima aveva avuto un leggero infarto, la scusa addotta per gli sporadici contatti sessuali col marito...), è morta in una zona di Tokyo lontano da casa, nel quartiere residenziale di San’ya a Yoyogi, all’interno di una profumeria posta su una strada in salita, accanto a un albergo a ore.
Asai si trovava a Kōbe, dove aveva accompagnato il suo nuovo capo di gabinetto, e fa rientro in tutta fretta a Tokyo quando la moglie è già morta da ore. Che ci faceva in quel quartiere? Perchè aveva affrontato una salita, lei, così cagionevole? C’era forse un altro uomo dietro il suo fisico addolcito, che le aveva infiammato il cuore al punto da rompere la sua corazza e farle dimenticare la salute? Era con l’amante in albergo al momento del malore e lui l’aveva scaricata vicino al negozio per salvare le apparenze?
Comincia l’indagine. Meticolosa, paziente, fatta di sopralluoghi, di interrogatori a cameriere e governanti, di rapporti di investigatori. Gli haiku della moglie, cui Asai non ha mai prestato attenzione, rivelano indizi. “Lanterna dorata di Yamaga, fioritura di luci”. Lei non era mai stata in quella località termale, dov’è consuetudine costruire lanterne di carta molto elaborate, riproduzioni fedeli di palazzi, castelli e residenze famose, per offrirle al santuario locale. Dove poteva averle viste? Nella ricostruzione dell’ultima giornata di Eiko rientra anche un terremoto, verificatosi appena una mezz’ora prima della morte della donna, di intensità significativa ma non al punto da scatenare il panico tra gli abitanti di Tokyo abituati ai sismi. L’evento imprevedibile che fa saltare uno schema collaudato.
Eiko, incolore in casa, socievole fuori, due vite parallele. Come parallele sono le vite di Asai, funzionario ligio e preparatissimo, rispettoso delle regole, sensibile alle opportunità di carriera, e uomo alla ricerca della verità che non ha saputo vedere. Quando questi due profili collideranno, ancora una volta per un imprevedibile scarto del destino, il “posto tranquillo” cui aspira Asai, dove rispettabilità, onorabilità, decoro sono preservati, si sbriciolerà davanti ai suoi occhi. Il funzionario in carriera non ama la defunta moglie al punto da volerla vendicare, quello che cerca è ricostituire, con la vendetta, un ordine violato, sanare un sovvertimento che mina gerarchia e valori sociali.
Uscito in Giappone per la prima volta nel 1975, questo noir restituisce tutti i temi che hanno reso popolare e amato Matsumoto Seichō nel mondo: l’approfondimento psicologico e d’ambiente, il cambio incalzante di registro, la critica ai meccanismi anacronistici della società nipponica. La corsa scomposta che chiude il libro e fa saltare ogni disciplina, quasi come uno sberleffo, li sintetizza tutti.
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