giovedì 18 febbraio 2021

MODA & MODI

 

Col videoshopping il negozio dialoga col cliente in Rete 




 

Come cambierà nel 2021 il nostro modo di acquistare? La pandemia che ha stravolto e rimpicciolito il mondo, ha determinato un’impennata delle vendite online, trascinando anche i più riottosi davanti alle sconfinate vetrine dell’e-commerce. Il negozio fisico, irraggiungibile, è diventato virtuale, e dovrà esserlo sempre di più, senza però perdere il contatto diretto col cliente, anzi personalizzando l’offerta seppure a distanza.


La prima parola che segna il 2021 è proprio questa, videoshopping, una sorta di ponte tra il compratore nascosto nella rete e i suoi interlocutori in negozio. Il consiglio e l’assistenza nel momento della scelta di un capo o di un accessorio sono un valore aggiunto, quindi i grandi brand - la tendenza è partita dalla Cina ma Stati Uniti ed Europa si stanno rapidamente orientando verso questa linea - attraverso Instagram, Facebook, Snapchat offrono contenuti video a un pubblico allargato, che poi viene reindirizzato ai siti per l’acquisto, o anche consulenze a misura del singolo.


La seconda parola è consapevolezza, il trait d’union più forte, una sorta di patto tra chi compra e chi vende. Studi (per esempio il report di Trustpilot condotto a livello internazionale con London Research su 2800 consumatori, di cui 200 in Italia) hanno dimostrato che i compratori, soprattutto i più giovani, premiano i brand che esprimono chiaramente i temi di cui si preoccupano e che trasmettono nei contenuti online: rispetto per l’ambiente e per tutti i lavoratori della filiera della moda, politiche anti-spreco, attenzione per i marchi creati da designer neri sulla scorta del #blacklivesmatter.


Ma se i negozi diventano sempre più virtuali, si svuoteranno del personale? La trasformazione del ruolo è un’altra parola con cui dovremo familiarizzare. Chat, video, whatsapp permettono agli addetti alle vendite nei grandi store, boutique, monomarca, o ai gestori e titolari dei negozi più piccoli di dialogare con i consumatori, tenersi in contatto e diventare consulenti di stile ben al di là delle pareti fisiche dove finora hanno lavorato. Saranno proprio loro, mettendoci faccia e personalità, a diventare micro-influencer, fidelizzando il cliente.


La pandemia ha portato tutti a riflettere su alcuni valori come qualità, fedeltà, sostenibilità, durata, che investono potentemente la moda. Conta sempre più il passaparola, il riscontro positivo che vola in rete su una marca e le sue scelte di responsabilità. I fashionisti sono in dialogo e nutrono fiducia sulle reciproche recensioni, più che sulle riviste, sulle pubblicità e sui siti stessi dei brand. Fortunatamente, e anche questo lo dimostrano le analisi di mercato, c’è una parola, e soprattutto una figura, che perde terreno, quella delle celebrità influencer, ormai considerate spot parlanti più o meno ingannevoli.

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