lunedì 22 marzo 2021

IL LIBRO

Rosa Elettrica e Cocìss, gli alieni in fuga

di Giampaolo Simi

 

 

Lui, capopiazza dello spaccio a diciott’anni neanche compiuti, si chiama Cocìss, come il cane che ha allevato nel terrore per mandarlo sul ring a farsi sbranare nei combattimenti. Lei Rosa, una laurea in filosofia interrotta prima della tesi, la bambina che credeva di avere i superpoteri, diventata poliziotta per caso e ora al suo primo incarico importante. Due alieni, che viaggiano insieme per un pugno di giorni, costretti prima a convivere e a trovare un codice comune per comprendersi, poi a fidarsi l’uno nell’altro in una fuga dove i nemici hanno volti ingannevoli e i buoni e i cattivi si scambiano i ruoli in un cortocircuito che frulla qualsiasi punto di riferimento.

 


 


A quattordici anni dalla prima pubblicazione, torna in libreria con Sellerio “Rosa elettrica” (pagg. 377, euro 15). E i fan dello scrittore e sceneggiatore di Viareggio Giampaolo Simi non ne rimarranno delusi, anzi. Perché la sua protagonista, che racconta in prima persona, ha anticipato con forza e credibilità molte investigatrici letterarie donne, oggi diventate di gran moda e piuttosto seriali. E perché la costruzione di questo romanzo, tra giallo e noir, i ritmi del dialogo e dell’azione, la compiutezza dei personaggi e la crudezza di molte pagine, in un crescendo sottile di tensione che prepara un finale imprevedibile e affatto consolatorio, non sembrano avvertire il peso degli anni.


Cocìss ha sparato all’impazzata in un regolamento di conti tra due clan criminali. Sul marciapiede sono rimasti il bersaglio dell’esecuzione, uno dei boss della zona, e due bambine innocenti, Nunzia e Caterina. Catturato, Cocìss ha scelto di collaborare con la giustizia per smantellare il sistema malavitoso incistato tra i cubi di cemento della 167, dove centomila persone vivono da invisibili, ma gli occhi sono dappertutto. Rosa deve proteggere questa “scoria umana”, questo delinquente bambino con la pelle di un vecchio e le gengive sanguinanti per la cocaina, feroce e perspicace, che non sa leggere ma è in grado di capire con uno sguardo se la scritta “polizia” su un’auto di servizio è taroccata.

 

 

Giampaolo Simi



È il tarocco, appunto, che capovolge i termini del rapporto e della convivenza tra Cocìss e Rosa. Uomini che li spiano, ma non sono guardoni o cacciatori. Divise finte. E la sensazione di una trappola tesa a entrambi, per togliere di mezzo il pentito approfittando dell’ingenuità della poliziotta. Così quello che doveva essere un breve tragitto per consegnare il ragazzo a chi gli avrebbe dato una nuova identità e assicurato protezione, si trasforma in fuga - dalla Toscana alla Germania ad Alderney, la più piccola delle isole della Manica - da una minaccia sempre più vicina, le cui proporzioni si dilatano, come ombre allungate sulle pareti. Una fuga in cui i due “alieni”, i due “orfani” - lei ha un padre ex imprenditore perso nella sua ossessione per le banche, la madre lontana; lui è figlio di una tossica e di un uomo che non l’ha cresciuto - troveranno dei punti di contatto, si “riconosceranno” nel loro bisogno d’affetto quasi fossero davvero il fratello e la sorella che devono fingersi, pur rimanendo sempre divisi dai ruoli e dalle provenienze.


Rosa deve portare a termine un compito, conservare una vita, per quanto sia quella di un mostro senza apparente redenzione. E Cocìss deve salvarsi da una vendetta implacabile, a costo di ingannare e usare anche chi gli ha offerto squarci di normalità. L’obiettivo comune non potrà che separare i loro destini. Entrambi saranno usati e pagheranno cara la fiducia accordata, ma per Cocìss (o Kocìss, come vuole chiamarsi lui quando Rosa gli insegna a scrivere qualche lettera, perché la K “sembra una punta che entra da qualche parte. Tipo un coltello”) non ci sarà appello. Rosa, invece, così ha promesso Simi, la ritroveremo presto.

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