lunedì 21 giugno 2010

IL LIBRO
Carola Barbero: Sex & The City si prende con filosofia

Che cosa c'entra la filosofia con "Sex and the City"? La nobile disciplina che s'interroga sul senso dell'esistenza umana, con le quattro amiche newyorkesi, sempre alla ricerca di Mr. Right? Già pare di vedere le facce dei puristi: Platone e Aristotele fatti a pezzi a colpi di Jimmy Choo. Eppure sono proprio loro, i maestri greci, a metterci sulla strada giusta. Dice Aristotele: «Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia». E Platone: «È veramente propria del filosofo questa situazione, il provar meraviglia, nè altra che questa è l'origine della filosofia». Ancora niente? Pensate a Carrie, nella celebre sigla della serie, mentre passeggia per Manhattan e la ruota di un autobus, finita in una pozzanghera, la schizza di brutto. La macchina da presa stacca e inquadra la scritta sulla fiancata dell'autobus, "Carrie Bradshaw knows good sex", che pubblicizza la rubrica firmata dalla protagonista sul "New York Star", intitolata appunto "Sex and the City" . "Oooh", fa lei, colta di sorpresa.
Ma anche noi siamo stupiti: scopriamo che la protagonista indossa un tutù, gonna non esattamente ortodossa per affrontare il traffico e l'inquinamento della città, e scopriamo che la sua faccia campeggia su un mezzo pubblico, che è un personaggio famoso. Ecco, dunque, il primo contatto tra sacro e profano. La meraviglia: elemento di partenza di qualsiasi approccio filosofico, requisito indispensabile per avviare una qualunque ricerca, uno dei pochi punti che metteva d'accordo anche Platone e Aristotele. Siamo stupiti da ciò che non capiamo, che ci coglie di sorpresa, che non avevamo previsto, e quindi ne cerchiamo la causa, a volte risaliamo all'origine. E proviamo meraviglia anche quando non ci accontentiamo di assistere al flusso delle cose, ma vogliamo comprenderne le ragioni e darci delle risposte. Insomma: con la meraviglia comincia la filosofia. E con la meraviglia comincia pure "Sex and the City".
Carrie sulla pubblicità degli autobus
Abbinamento demenziale? Carola Barbero, ricercatrice all'Università di Torino, non la pensa così e a convincerci che la filosofia può aiutare a vederci più chiaro in sesso, amore, erotismo (e anche autoerotismo) dedica un delizioso volumetto "Sex and City e la filosofia" (il melangolo, pagg. 145, euro 12,00). Perchè, come spiega Bertrand Russell, pensatore e matematico del XX secolo, la filosofia non è faccenda solo per individui colti e riservata ad argomenti alti ed astratti, ma è importante per tutti, nella vita di tutti i giorni.
Le rubriche di Carrie cominciano sempre con una domanda, una quaestio, scolasticamente parlando, e raccontano come lei stessa e le sue amiche - l'eterna innamorata dell'amore Charlotte, l'erotomane Samantha, la cinica e disincantata Miranda - provano a darsi una risposta, confrontandosi, confidandosi, parlando.
"Gli uomini sono tutti strani?", "Single è bello?", "Sesso: desiderio o necessità?" Il procedere per domande e risposte, che attraversa tutti gli episodi della serie, è un esercizio squisitamente filosofico. Socrate, nei dialoghi di Platone, insegna come per risolvere le questioni poco chiare non serve a nulla imporre agli altri la propria opinione, mentre attraverso il dialogo, spronando gli interlocutori con domande non retoriche, li si porterà ad acquisire gli strumenti per giungere alla risposta. Le nostre quattro eroine la cercano in tacchi a spillo e abiti firmati, continuando a interrogare e interrogarsi mentre piroettano da un party e da un partner all'altro di Manhattan. Carola Barbero lo fa armata di logica, analisi e molta ironia, accompagnando idealmente le "ragazze" a distinguere tra apparenza e realtà e a smascherare, lungo il percorso, i buoni dai cattivi ragionamenti sull'amore e molto altro. Non è filosofia, questa? Prendiamo una delle domande con cui Carrie apre la sua rubrica: "Le donne possono fare sesso come gli uomini?", ovvero, chiarisce lei stessa a Mr. Big nel loro primo incontro, gli uomini che "fanno sesso e poi non provano nulla". Se applichiamo il ragionamento sillogistico per cui la conclusione discende dalle premesse, dovremmo dire che, se tutti gli uomini fanno sesso senza sentimenti e Mr. Big è un uomo, anche lui fa sesso senza sentimenti. Ma quando Carrie glielo domanda direttamente, l'interessato risponde «No, proprio per niente» e noi diamo per scontato che sia sincero (filosofia a parte, possiamo non credere a Mr. Big?). Insomma, perchè questo ragionamento porta la protagonista sulla strada sbagliata e la fa soffrire per novantaquattro episodi, sei serie e molti uomini transitori? Perchè, spiega Barbero, la premessa è falsa, quindi anche se tutto fila da un punto di vista logico, la lascia con l'amaro in bocca perchè non ha imparato niente sugli uomini e su Mr. Big in particolare.
Carrie e Mr. Big nel giorno del matrimonio mancato
Certo, non tutte le premesse da cui prendono le mosse le rubriche di Carrie sono sbagliate, ma è proprio lo scarto tra il ragionamento ferreo, la logica inoppugnabile, e l'imprevedibilità delle cose, che ha tenuto incollati al video milioni di spettatori. Sarà vero, come ha dichiarato lo scrittore Antonio Scurati in un'intervista televisiva, che «"Sex and the City" è la bibbia del nichilismo contemporaneo»? Cioè che, per donne libere e liberate, tra un paio di "Manolo" e un uomo non c'è più o meno nessuna differenza? O sarà vero il contrario, cioè che se quattro amiche, realizzate, in carriera, piene di diritti e possibilità, se ne vanno per sei serie e novantaquattro episodi nient'altro che alla ricerca del principe azzurro e dell'amore eterno, anche il femminismo, come Platone e Aristotele, è stato fatto a pezzi dagli
stiletto? È proprio questa l'accusa che muove Miranda a Charlotte, quando quest'ultima, brillante gallerista, decide di mollare il lavoro per restare a casa, fare la moglie e possibilmente la mamma. Ma Charlotte, la Biancaneve di Park Avenue, le risponde invece come una perfetta femminista di terza generazione: le battaglie delle donne ci hanno dato la possibilità di scegliere, e non ci sono scelte sbagliate o giuste in senso assoluto. Come, in senso assoluto, non è un valore il matrimonio, nè un disvalore la relazione occasionale o la scelta della carriera.
Scegliendo, però, si sbaglia. Ecco perchè si è sole, indecise, a volte tristi. E si fa paura agli uomini come Scurati. "Sex, sadness and the City".
Il femminismo ha vinto, meglio brindarci sopra con un Cosmopolitan.
@boria_A
Un brindisi col "Cosmo"

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