martedì 15 giugno 2010

MODA & MODI: lui alla prova del costume

Se fossimo in una puntata di "Sex & The City" Carrie comincerebbe la sua rubrica con una domanda del tipo: "Esiste per gli uomini la prova costume?". Risfogliamo freneticamente le pagine delle riviste femminili e dei magazine degli ultimi due mesi: diete, disintossicazioni, ringiovanimenti della pelle, beveraggi per essere toniche, fresche, energetiche, per sprizzare benessere (e, messaggio sottinteso, per essere guardabili) sulla spiaggia. Tutto tristemente di genere, un bignami di consigli pre-estivi dedicati esclusivamente a lei per affrontare con maggiore serenità il giudizio dello specchio e gli occhi altrui. La prova mutanda, per lui, semplicemente non esiste. Neppure una mezza paginetta o un servizio tv per consigliare anche agli uomini di guardarsi per bene e poi decidere magari di allungare, coprire, allargare. Un momento di assoluta onestà con se stessi altamente indicato dal costume più di moda: i famigerati slip, insidiosa riscoperta dell'estate 2010. Qualcuno, per la verità, non li ha mai abbandonati, soprattutto le
generazioni dagli "anta" in su, stessa spiaggia stesso mare e pure stesso stabilimento cittadino, che stagione dopo stagione si ripropongono con le mutandine scolorite, un po' cadenti, non contenitive, incuranti del tempo che passa, per la lycra e per i loro glutei. La prova costume, se anche al maschile fosse un argomento di diffuso intrattenimento vacanziero e una pratica consueta, sanzionerebbe senza pietà gli slip quando la pancia avanza, quando il sedere frana, quando le cosce non sono più nervose. Ma la balnearità, come la palestra, per gli uomini continua a essere un porto franco del gusto, una specie di zona grigia dove regnano regole mobili e una buona dose di autoindulgenza, non importa se gli indumenti sono provati dai lavaggi e dalla salsedine, se ti trasformano in un würstel poco appetitoso, se sono stati acquistati tre taglie prima. Soprattutto, se il fisico e l'età suggeriscono misure, dimensioni, colori più clementi. Slip, dunque, come i triangolini del reggiseno: solo per adolescenti privi di rotoli e maniglie. Quasi quasi sarebbe meglio relegarli alla prima infanzia, con la paperella sorridente disegnata sul sedere. E altrettanto vale per quei boxer che scivolano sulla passerella incollati a esemplari maschili da manuale e che poi, trasportati sull'uomo comune, seppure mediamente curato, pendono, si afflosciano o assumono singolari protuberanze dove non dovrebbero. C'è poi, dalle parti dell'adolescenza, chi ama affrontare la spiaggia vestito e si cala in bermuda tubolari che arrivano fino a metà polpaccio, superaccessoriati di tasche e lacci e invariabilmente abbinati a scarpe da ginnastica con carroarmato, così da trasformare qualsiasi minima attività in un'esperienza da camera a gas, per sè e i vicini.
In fondo, è saggio mantenere qualche piccolo freno inibitorio. Perchè un colletto bianco, nella vita quotidiana impeccabilmente coperto, riscopre molto lontano da casa i fantozziani slip ascellari? Basta un paio di semplici calzoncini, di media lunghezza, nei tessuti tecnici che si asciugano in un battibaleno, per salvarsi dal ridicolo a ogni età. E da quei commenti ai quali le signore, come alla prova costume, sono ahimé abituate.
@boria_a

Nessun commento:

Posta un commento