martedì 5 febbraio 2013

MODA & MODI

Solo il rosa di Schiaparelli era shocking

Ipnotizziamoci con la casa di Barbie, magico gioiello della giocattoleria vintage, perché l'anno appena iniziato sarà color rosa, almeno quello che vorremo metterci addosso. Rosa forte, intenso, esagerato, deciso, imperativo, inevitabile, ma per favore non chiamiamolo "shocking", tirando fuori l'omaggio a Elsa Schiaparelli, che così battezzò il suo profumo (nella boccetta disegnata nel 1937 da Leonor Fini sul busto dell'attrice Mae West, racchiusa in un contenitore dello stesso rosa delle tele di Bérard) e poi ci intitolò la sua autobiografia, anno 1954. Una vita e un'essenza davvero "shocking", all'epoca, mentre oggi l'unico brivido di eccitazione legato alla nuance è venuto nell'ottobre scorso, al dibattito tv pre-voto americano, quando Michelle Obama e Ann Romney si presentarono entrambe di pink-vestite, la prima con un tubino del designer connazionale Michael Kors, celebre per essere giudice di talent show modaioli più che per i suoi modelli, francamente inguardabili, mentre la signora repubblicana segnò un punto di stile affidandosi al prevedibile Ralph Lauren, monumento americano al guardaroba di Park Avenue. Per dovere di cronaca: tutto concordato per sostenere la lotta al cancro alla mammella, causa bypartisan anche nella tinta degli outfit.
Torniamo al rosa rosa, che ha dilagato sulle passerelle della primavera in abiti, tailleur, trench, gonne, pull, borse e scarpe, scelto sia da Donatella Versace che da Vivienne Westwood, il che equivale a dire che, potenzialmente, può portarlo una gamma di clienti compresa tra la regina Elisabetta e Lady Gaga. E due che se lo mettono sono proprio loro, la regina di marzapane e la regina del kitsch, entrambe per non farsi perdere di vista tra la folla, accanto a Christine Lagarde, non troppo popolare di questi tempi, e ad Angela Merkel, un endorsement che forse funziona di più per la big bubble.
Insomma, il rosa rosa è per tutte? No, né per ogni occasione. Può star male alle pallide e alle scure, l'hanno dimostrato Ann e Michelle. Si impone, alla tedesca. E, seppure in monodosi, come insegna l'altera Lagarde, non riesce a sottrarsi all'effetto bambolona, la Marilyn di "diamonds are a girl's best friend", per capirci.
Considerate le controindicazioni, immergiamoci in questo universo candy-candy. È fatale, non ci sfuggiremo, se non altro come antidepressivo. Non è i rosa shocking di Elsa Schiaparelli, l'artista che fa vestiti, come la deprezzava Chanel, è il rosa chiassoso e frastornante, come un cocktail. Veloce e deperibile. Rosa neon. Tutto, ma non shocking.
twitter@boria_a

Michelle Obama e Ann Romney

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