martedì 22 gennaio 2013

MODA & MODI

Dan Stevens, da Downton Abbey a GQ

 
Dan Stevens and Michelle Dockery in Downton Abbey (foto Giles Keyte)

L'attore Dan Stevens, che ha di recente lasciato orfane migliaia di fan di Downton Abbey, incoronato dall'edizione inglese della rivista GQ come l'uomo meglio vestito del Regno Unito. Uno spot teneramente fané che gira nella radio italiana: dopo tanti anni, abbiamo sempre un debole per l'uomo in lebole. Titoli e definizioni nei reportage dalle recenti sfilate maschili di Pitti a Firenze: gentlemen con ironia, dandy rilassato, voglia di smoking. Sono indizi diversi che concorrono a suggerire una direzione della moda maschile più rilassata, eccentricamente demodé più che di moda, meno rigida e pompata. E si parla di tessuti, ma anche di corpi, che si sgonfiano come palloncini sforacchiati, per ritrovare naturalezza e compostezza.
Indizi contrastanti, qualcuno obietterà. "Tweedy" Stevens, come lo chiamano i detrattori, piace per il personaggio che lo ha reso celebre, l'avvocato Matthew Crawley, che salva magione e donzella in bancarotta. Quanto a lui, Dan in carne è ossa, più che elegante è prevedibile, mai un capello fuori posto, completo e cravatta ad ogni occasione, come un funzionario di lusso senza fantasia.
Lebole? Solidità e qualità imprenditoriale italiana, ma, di nuovo, un'eleganza quieta e rassicurante, seriale, senza ghiribizzi e colpi di testa. I titoli dei giornali, poi, cercano lo slogan per catturare l'attenzione su un soggetto, le collezioni uomo appunto, dove tacchi e scollature non fungono da succedaneo per occhi e testa
Tre indizi univoci, però, conducono sempre a una prova. Matrice british, è certo. Piaccia o no Dan, l'uomo si copre di rivisitati tessuti d'archivio, tweed, tartan, suede, principe di Galles, spina di pesce, in materiali che ne esaltano colori e morbidezza, come il cachmere. Il gilet è il pezzo forte della stagione, insieme alle giacche di flanella o di lana doppiata, quasi da "camera". La tecnologia dei tessuti è al servizio della figura: la accompagna, la sottolinea, ne smussa gli angoli. Non sono più gli executive anni '60 di "Mad Men", sempre un po' azzimati, ma gentiluomini di campagna che passano dai tessuti nobili di giorno alla dinner jacket senza sbavare. "Comeback" del montgomery, in panno o lana cotta, con i tradizionalissimi alamari di corda o legno. In ogni guardaroba: cappello, catenelle per l'orologio, loden che assomigliano a kimono o cappotti col vezzo del collo di astrakan e uno smoking tech. La parola chiave è equilibrio: le trame si appoggiano su un corpo dove ogni additivo, dai pettorali posticci al gettonatissimo botox , è surreale.
twitter@boria_a

Dan Stevens in Downton Abbey

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