lunedì 16 febbraio 2015

MODA & MODI: tra nudi e disossati, rivogliamo Richard Gere

E adesso ci mancava anche Mr. Grey, con i suoi completi sartoriali color inox, a confonderci le idee. Quadricipiti femorali, glutei, tartaruga. Ecco le sfumature - anzi sottolineature - muscolari molto più interessanti di quelle sado, sotto le aspettative.
Quanti tipi di uomo affollano il nostro immaginario, dalle passerelle al grande schermo. Abbiamo cominciato a vacillare qualche settimana fa, con lo stilista americano Rick Owens alla settimana parigina della moda. Escono i modelli e l'attenzione è subito risucchiata dai genitali che ondeggiano (o occhieggiano)"full frontal", complice pure un oblò in loco. Tutti a fare "wow" di finto orrore o reale compiacimento per la rottura del tabù della nudità maschile in passerella, a esercitarsi in apprezzamenti su consistenza e misure (e qui sì siamo agli sdilinquimenti sulle sfumature, di centimetri).
La sfilata maschile di Rick Owens a Parigi

Ma che uomo sfilava sotto quegli incomprensibili tendaggi, quelle tuniche con il buco davanti, da utilizzo funzionale più che erotico? Confuso, inerme e così disorientato da voler subito correre in suo soccorso con un paio di mutande, al grido di “ricopriti!”.
E dopo l'esibizionista inconsapevole, è arrivato il disossato. Firmato Gucci, il primo maschio del dopo-Frida Giannini, attribuito al designer Alessandro Michele, ha i fianchi mollemente disarticolati, i capelli lunghissimi e lisci, il ventre incavato.


Gucci uomo, prima sfilata dopo Frida Giannini
A cavallo tra i sessi, in quella zona grigia dei generi che oggi è molto frequentata dalla moda (e non è neppure una novità, gli efebi denutriti li abbiamo anticipati a Trieste, grazie a Niels Peeraer, Its 2010), questi esseri si coprono di camicie di chiffon, t-shirt di pizzo e pantaloni simil-pigiama, amano i fiocchi e i tocchi di pelliccia.

Se il denudato strappava un risolino, l’angelo del quarto sesso, l’uomo-proteo che abbraccia in sè, ecumenicamente, maschi e femmine, etero e omo, ci fa scappare a gambe levate con un filo di inquietudine. Si vendicherà su di noi della sua fragile sorte?
Mr. Grey, dallo schermo, vorrebbe rassicurarci, sfoggiando una muscolare Savile Row, ma il completo impeccabile non basta a fugare il sospetto del trucco. Già lo sappiamo dal libro, c’è qualcosa di marcio da quelle parti (che aspetta pure di essere redento) e potrebbe non piacerci.
Che nostalgia per American Gigolò e il mono-espressivo Richard Gere, per i sessi separati degli anni ’80, per quei vestiti di Armani così morbidi, ma prevedibilmente, convintamente maschi. 
@boria_a

Richard Gere in "American Gigolò" (1980)

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