mercoledì 15 aprile 2015

MODA & MODI
 
Nell'isola di neoprene

Foto  Diecisettanta

È tornato utile a Lara Furlanic l’aver lavorato come dipendente in una ditta che produce mute. Quando ha deciso di dare una svolta alla sua vita e di mettersi in proprio, avere dimestichezza con il taglio e le macchine da cucine, l’ha aiutata - letteralmente - a “dar forma” al suo sogno. Infatti conosce bene e sa manipolare la materia prima della sua nuova avventura: il neoprene.
 
È nata così “L’isola di Lara”, un laboratorio-negozio “color blocking”in via del Lazzaretto Vecchio a Trieste, dove questo residuo di gomma sintetica assume derive imprevedibili e un po’ bizzarre. Dal cappottino per il cane “togli e metti” alla giacchina nera da baby-fashionista - che a colpo d’occhio inganna davvero, sembra fatta di seta - Lara dà sfogo alla sua manualità e creatività, passando dagli accessori all’oggettistica per la casa, dallo sportswear a qualche capo di abbigliamento anche “urbano”, sempre all’insegna delle tinte spinte.
 

Ci sono ancora le mute, il giaccone da navigazione, i completi per 
mini-velisti e una divertente salopette da pescatore mimetica, calzari e copricalzari per attività sportive, ma l’artigiana confessa di volersi in futuro dedicare solo a oggettistica e accessori, soprattutto borse, la sua vera passione.
 
 Il segreto? Il neoprene è leggero ma resistente e si presta a diventare anche una maxi-shopper con fondo rinforzato, a prova di carico femminile. Tra la sacca e il portacellulare, tutta una gamma di forme e dimensioni, dalla bustina per i trucchi (o per il costume bagnato), all’astuccio, alla pochette, alla tracolla, alla borsa più strutturata, con unico o doppio manico, per sconfinare nel borsone da attività sportiva, nei portaracchetta, portascarponi o portasci, che per i bambini sono dotati di una piccola tasca esterna dove infilare guanti e berretto e personalizzati (per invogliarli a caricarsi da soli la propria attrezzatura, il che non è una cattiva idea...).

Lara non ha paura dei colori e “buca” la sua vetrina con arancioni e viola carichi, rosso e nero, verde militare, per sfumare poi nel rosa e nel grigio, divertendosi a mescolare la palette. Lavora “a vista”: dalla strada la si vede tagliare, incollare, cucire i suoi pezzi, tutti unici (o a richiesta). Quando avrà "tagliato" qualche fiore di troppo, potrà anche alzare (anagraficamente) il target della clientela e affrancarsi del tutto dall'idea del souvenir. 
 
L’isola di neoprene comunque incuriosisce e l’idea fa proseliti, al 
punto da dover scoraggiare gli imitatori con un cartello: niente foto o riprese video. Info: www.lisoladilara.com  info@lisoladilara.com, tel. 348-5652894.
twitter@boria_a



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