domenica 29 novembre 2015

 IL LIBRO

Il magico potere del colore. Parola di Jean-Gabriel Causse



Sapevate che si fa più sesso in una stanza da letto con le pareti rosse? Che se vi vestite di rosso e fate l’autostop avrete più probabilità di trovare un passaggio in auto, e otterrete mance più generose se siete una cameriera? Non si tratta di sensazioni, ma di esperimenti su cui si esercitano gli studiosi di colori: tra donne vestite con magliette rosse, blu e verdi, gli uomini intervistati rispondono che preferirebbero incontrare le prime e che sarebbero pronti a spendere molti più soldi a un ipotetico appuntamento con loro.
 
Kelly Le Brock in "Woman in red"


Fascino della woman in red? Proprio per niente, perchè messi al corrente dell’obiettivo del sondaggio, i signori si sono detti convinti che il colore eserciti un effetto minimo sulle loro valutazioni. Morale: abbiamo una consapevolezza molto parziale degli effetti che le tinte esercitano su di noi, il che fa del rosso una temibile arma di seduzione.
E non solo nel caso di incontri romantici. Prendete il Taekwondo, dove i combattenti indossano piastroni rossi o blu. Alcuni psicologi dello sport dell’Università di Münster, in Germania, hanno coinvolto quarantadue giudici con una lunga carriera alle spalle, li hanno divisi in due gruppi e hanno fatto vedere a entrambi gli stessi combattimenti, manipolando però al computer una parte dei filmati in modo da invertire i colori dei piastroni. Risultato? Gare identiche, ma i “rossi” hanno ottenuto il 13% in più dei punti rispetto a chi indossava il blu.


 
Taekwondo a Burnaby (Vancouver) nella giornata dedicata a questa disciplina


Lo stesso accade nella lotta greco-romana, dove l’analisi dei risultati dei combattimenti dall’inizio dei Giochi moderni a oggi, prodotta dall’Università di Durham, dimostra che i lottatori vestiti con la tuta rossa hanno prevalso sui blu nel 67 per cento dei casi. Del calcio si è occupata invece l’Università di Plymouth, per dimostrare che il Liverpool, il Manchester United e l’Arsenal, che vestono maglie rosse, hanno vinto trentanove dei sessantanove titoli del campionato dalla fine della seconda guerra mondiale (lo studio è del 2008).
Sono molte le curiosità contenute ne “Lo stupefacente potere dei colori” di Jean-Gabriel Causse, color designer specializzato negli effetti dei colori sulle nostre percezioni e il nostro comportamento. Il volumetto è edito da Ponte alle Grazie (pagg. 198, euro 15,00), casa editrice versata al filone cromatico, che ha in catalogo anche i bei libri su questo tema dello storico e antropologo Michel Pastoureau.
Se il rosso ipnotizza, o in qualche modo condiziona la nostra lucidità, sia nel campo dei sentimenti che nel campo da calcio, il rosa tranquillizza. Alexander Schauss, scienziato che dirige l’American Institute for Biosocial Research, nel 1979 convinse i responsabili del Centro correzionale della Marina americana di Seattle a dipingere di rosa le pareti delle celle (anzi, per ringraziare i comandanti del Centro di questa concessione, straordinaria senza dubbio in un ambiente così “virile”, diede alla tinta i loro nomi, ovvero Baker-Miller pink...). Dopo cinque mesi di esperimenti, si stabilì che bastava un’esposizione di quindici minuti al rosa per ridurre l’aggressività dei detenuti per almeno mezz’ora, effetto che si protraeva per un tempo analogo una volta usciti dalle celle.


Celle dipinte in Baker-Miller pink

Questo rosa ha conquistato un certo numero di adepti per le camere di rilassamento in ambito psichiatrico, si trova sulle pareti delle scuole per bambini iperattivi, in quattro celle per detenuti guardati a vista della prigione di Berna e in due del braccio di massima sicurezza. Schauss sostiene che il rosa dei due comandanti militari «riduce il battito cardiaco, la pressione sanguigna e le pulsazioni. È un colore tranquillizzante che intacca l’energia e abbassa l’aggressività». Effetto calmante anche indotto. Pare infatti che i detenuti siano così allergici a queste “stanze da Barbie”, da restare calmi pur di non doverci finire dentro.
Incrociando psicologia, marketing, arredamento, produttività, desiderio sessuale, apprendimento, con tanto di studi e ricerche di istituti scientifici e atenei in questi campi, Causse, con uno stile ammiccante e leggero, ci guida alla scoperta del magico potere del colore e del suo influsso sulle nostre scelte.
Non è solo questione di moda. Lo schermo del computer blu fa aumentare la creatività (nota a margine: Mark Zuckerberg è daltonico, ecco perchè ha scelto il blu, unico colore che vede correttamente, per Facebook...), ma il blu è anche il colore meno alimentare che esista e, fatta eccezione per qualche caramella o cocktail, non lo si trova in nessun cibo. Viene percepito, però, come un colore efficacemente “detergente”: Procter & Gamble, infatti, dopo aver sottoposto a un certo numero di casalinghe scaglie di sapone assolutamente identiche ma colorate di rosso, verde o blu, scelsero queste ultime per mescolarle alla polvere bianca del loro detersivo, perchè le signore intervistate avevano dichiarato che, mentre le rosse e le gialle erano inefficaci o sciupavano la biancheria, quelle blu lavavano “decisamente meglio”.



L'azzurro c'entra nella scelta di Mark Zuckerberg?
 Percezione e condizionamenti culturali legati ai colori, fanno il resto. Con effetti interessanti soprattutto in campo farmacologico, dove già Paracelso, nel XVI secolo, teorizzava come forma e colore del medicamento potessero suggerire l’organo su cui agiva. Oggi l’industria è attentissima: il colore è fondamentale per unire all’efficacia della molecola il suo effetto placebo (e in questo settore il verde ha un suo riscatto, soprattutto per quanto riguarda i tranquillanti). Anche il packaging delle medicine gioca un suo ruolo, perchè il consumatore collega ai colori caldi delle scatole (rosso, arancione, bruno, blu scuro) una maggiore potenza e rapidità d’azione, soprattutto contro disturbi non gravi che si vuole curare in fretta, come mal di gola o mal di testa, mentre il verde o il giallo sono raccomandati per terapie leggere o omeopatiche.
Insomma, la nostra quotidianità è impastata di colore. E conoscere le proprietà e le influenze delle varie tinte, ci aiuterà a vivere meglio, o quantomeno a essere più consapevoli del perchè agiamo in un certo modo.
Tutto il libro di Causse, però, è percorso da un filo (decisamente) rosso. Colore protagonista sempre, dal piacere al pericolo, dal campo di battaglia a quello di gioco (anche d’azzardo). Per le shopaholic è una vera ossessione. Studi scientifici dimostrano che il rosso esterno è una formidabile attrattiva a entrare in un negozio (mentre gli interni devono essere cromaticamente freddi per predisporci al meglio all’acquisto).

Astuta la soluzione di Uniqlo per il suo flagship store a Parigi, in un palazzo rigorosamente vincolato nel quartiere dell'Opéra: i led rossi sulla scala che conduce al cuore del negozio si vedono da fuori a parecchie decine di metri e fanno da sirena per le fashioniste senza intaccare la facciata del palazzo, veicolando pure messaggi pubblicitari. Naturalmente rossa (o viola) deve essere la cassa. Così non resisteremo ad afferrare un’ultima cosa al volo, proprio prima di pagare...

 
Flagship store Uniqlo nel quartiere dell'Opéra a Parigi


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http://ariannaboria.blogspot.com/2005/03/il-libro.html

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