martedì 7 aprile 2020

MODA & MODI

La soluzione terapeutica di scendere dai plateau 




Plateau? Non è più la piattaforma delle scarpe dal tacco impossibile, ma la terra piatta che segna il progredire orizzontale del contagio. Mai come in questi giorni abbiamo sentito pronunciare una delle parole consuete della moda. Con un altro significato, che non ha niente a che fare con lo svettare, con l’alzarsi ad altezze impossibili e allungarci oltre le nostre naturali proporzioni. Il plateau di cui parlano gli esperti, ci riporta a terra, con i piedi ben piantati, e ci fa tirare un sospiro di sollievo: se continua a estendersi, ci lasceremo alle spalle i picchi e torneremo un poco alla volta a toccare il suolo con un pizzico di fiducia nel futuro.

Sono tante le parole che, sull’onda dell’emergenza, si fanno largo nel nostro linguaggio quotidiano con diversi significati. E anche il vocabolario e i tempi della moda attraversano uno tsunami. Le curve per la prima volta ci spaventano e ne seguiamo l’andamento con ansia, al di là delle taglie poco frequenti sulle passerelle e delle misure degli angeli di Victoria’s Secret. Gli aggettivi ripetuti per inerzia, it, hot, cool, must have, sono evaporati improvvisamente dalla comunicazione (o se rimangono, appesi a qualche sito, sembrano intrusi), perché gli oggetti del desiderio al momento sono in quarantena nei magazzini dei negozi e ne usciranno cambiati, almeno nella nostra percezione, o forse salteranno una stagione per riproporsi il prossimo anno.


La moda contraddice dunque uno dei suoi imperativi: rendere tutto, subito, vecchio e deperibile, per farci desiderare il nuovo. Nella misura del tempo di appena pochi mesi fa, dire “è dell’anno scorso”, riferito a un abito o a un accessorio, sembrava segnare un’era geologica, quasi ammettere una colposo ritardo di gusto e di attenzione estetica.


Congelare il calendario, varare l’anno zero di una produzione più umana, nell’emergenza è necessario per salvare la filiera economica. Ma quest’ipotesi, prima impensabile, ora ci fa riflettere su un modello forsennato di consumo che correva verso lo schianto, con guadagni altissimi ma altrettanti costi ambientali e umani, sprechi, sfruttamento. La crescita infinita si è inceppata, traballa come su un tacco troppo alto. Forse scendere dai plateau, smetterla di voler salire, questa volta è davvero terapeutico.

@boria_a

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