martedì 10 agosto 2021

MODA & MODI

 

Nell'armadio sorprese da archeologo

 

I saldi si avviano a chiudere con lo “sbaracco”, termine orribile che sa di magazzini svuotati e fondi ai quali dare un’ultima possibilità, prima di rassegnarsi alla loro sorte di invenduti. Non c’è da meravigliarsi se la nostra propensione allo shopping è ancora fragile. I mesi della pandemia ci hanno dato molte occasioni per esplorare gli armadi e disseppellire scheletri, tutt’altro che metaforici, dimenticati da tempo. Toh, di questa non mi ricordavo: esclamazione ricorrente nel ripescare la quarta gonna nera, la terza maglietta a righe, il multiplo della giacca passe partout, acquistate con desiderio e inghiottite dall’oblio nel rapinoso succedersi dei cosiddetti trend. 

Parola pressoché sparita dai siti specializzati, che, per sfuggire alla melassa della sostenibilità, così politically correct e poco glamour, ripiegano sulla prevedibile parata di attrici, influencer, principesse che condividono la sorpresa meravigliosa di indossare un paio di espadrillas in estate e soprattutto ci illustrano come farlo. L’autocoscienza indotta dal lockdown, anche se un po’ pelosa, ci ha aperto brutalmente gli occhi: forse non ancora sulle nostre responsabilità nella devastazione del pianeta, ma sulla nostra bulimia modaiola, quella sì.


Tempo di rispolverare Marie Kondo e il suo “magico potere”, non solo del riordino, ma del recupero intelligente e non frustrante. Intanto, bisogna comportarsi da archiviste del guardaroba. Nell’ineluttabile cambio di stagione, la priorità è selezionare quei capi flessibili, che possono fare da base per costruirci sopra diversi outfit. Sono solitamente pezzi in colori neutri, sfumature di nero, bianco, grigio, avorio, crema, blu che non invecchiano e sopportano bene il susseguirsi delle novità, vere o presunte, che siano. Di solito è la tinta blocking - arancio, verde, giallo - a caratterizzare i cappotti “di stagione”, rendendoli al tempo stesso datati appena un anno dopo, ma per rinnovare un vecchio capospalla più anonimo basta metterci sotto un golf o una giacca dal colore deciso. I cromatismi a contrasto regalano subito un effetto di freschezza e mettono alla prova la fantasia di chi li indossa. Lo stesso vale per gli accessori. Chi non ama strafare col colore ha a disposizione guanti, cappelli, berretti, anelli, braccialetti e collane per rivitalizzare l’insieme più spento.


E la moda “circolare”, di cui si parla tanto, può cominciare dal nostro armadio. L’acquisto di un capo di seconda mano è una pratica che richiede tempo e dedizione: bisogna farsi l’occhio, saper fiutare e selezionare il pezzo speciale, amare il dettaglio di sartoria o, semplicemente, in un cesto di t-shirt o in una rastrelliera di giacche usate avere l’abilità di pescare quella da fare propria. Ma nel nostro guardaroba, quanti capi vintage aspettano di essere rimessi in circolo? Tenuti magari perchè pagati cari, o per ricordo, per affezione a prescindere dal prezzo, con pochi accorgimenti trovano una nuova vita.


Nelle vetrine i primi assaggi invernali sono giacche, cappotti, piumini in una palette neutra. Come tele su cui ognuno può mettere i suoi colori, il suo passato fatto anche di tanti vestiti lasciati indietro. Lo stile è invenzione e stratificazione.

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