Iris Apfel, la nonna al volante che rassicura
Iris Apfel di nuovo in pista. E questa volta si mette alla guida della nuovissima DS3, ultimo modello del gruppo Peugeot Citroën. Lei, ultra novantenne scattante signora dagli inconfondibili occhiali tondi e il rossetto color ciliegia, ormai familiare anche a fashion blogger dell’ultima ora, con quella zazzeretta bianca e le braccia intubolate nei bracciali etnici, è passata dallo specchietto da trucco a quello retrovisore. Nel 2012 la scelse la catena MAC, fotografandola in primo piano, con le labbra di fuoco, collagene-free, in mezzo a una ragnatela di rughe, per dire alle consumatrici, generazionalmente sue figlie, nipoti e anche bis-nipoti: l’età è uno stato d’animo, con questi cosmetici sono attraente e vincente.
Vincente, soprattutto. Perché Iris Apfel, rara avis of fashion, come la definì il Metropolitan di New York quando dedicò una mostra al suo sterminato guardaroba, figlia di una famiglia di ebrei russi, è diventata interior designer di nove presidenti americani, giornalista, imprenditrice del lusso. E ha messo insieme, in settant'anni di ricerche e viaggi, una collezione di abiti, monili e accessori, che continua a sfoggiare in giro per il mondo, superba testimonial di se stessa, icona di stile, appunto, in una pletora di omologate e noiosamente autoreferenziali it-girl.
Iris Apfel per MAC |
Oggi, dunque, Iris è al volante di un gioiellino di design, compatto e scattante, e proclama alle potenziali interessate: no rules, no trends. Niente regole, niente tendenze, odiosa parola che ci vorrebbe tutte seguire i must del momento, scelti da altri. Di più: mentre sfreccia pimpante verso un orizzonte multicolor, metafora di un futuro brillante, dichiara: “Una volta qualcuno mi ha detto che non ero carina e che non lo sarei mai stata, però avevo stile, che è molto meglio”. Eccolo il messaggio: siate voi stesse, la personalità vi aiuterà ad arrivare, non importa da dove partite e che faccia avete, metteteci grinta, fantasia, colore, fregatevene di chi vi vuol sminuire.
https://youtu.be/yzf_WPqsmTM
C'è un solo pericolo. Che Iris, come la scrittrice Joan Didion per Celine, Jacquie Murdock per Lanvin, Jacky O' Shaughnessy per la lingerie di American Apparel, o la top model, sideralmente canuta, Carmen Dell’Orefice, che ha fatto un patto col diavolo delle passerelle, insomma che tutte queste testimonial vecchie e brillanti, in salute fisica ed economica, diventino una moda, di moda. Che la quarta età sia solo un'altra fascia di mercato da sfruttare fino alla noia.
Jacquie Murdock per Lanvin |
Cermen Dell'Orefice, top model d'antan |
Le cinquantenni sono stressate e sotto pressione, le millennial vedono prospettive incerte e competizione alle stelle. Una volta era il logo a vista e gigantesco, o l'oggetto scarrozzato dal personaggio famoso a rassicurarci, a farci sentire adeguate, protette da uno scudo. Oggi rischia di diventarlo la favola della nonna.
twitter@boria_a
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