mercoledì 27 aprile 2016

 MODA & MODI

Un abito di spille di sicurezza da Atelier Home Gallery a Trieste



Bastano i due abiti della collezione “Oblitus” della serba Dajana Vasić a giustificare una puntata all’Atelier Home Gallery (in via della Geppa 2 a Trieste, www.atelierhomegallery.org/), dove Matilde Tiriticco, che cura gli eventi dello spazio espositivo insieme al compagno Alessandro Viola, fa da padrona di casa attraverso le stanze. E non è solo un modo di dire: in questa singolare galleria, al terzo piano di Palazzo Panfili, i quadri e gli oggetti sono sistemati come in una casa, tra piante, libri, computer, tavoli e poltrone, in modo da superare la timidezza, a volte la diffidenza, dei visitatori verso le gallerie d’arte più ufficiali e ingessate, e accoglierli in modo caloroso e informale. Fino a sabato 30 aprile 2016 (giovedì, venerdì e sabato dalle 18 alle 20 o su appuntamento chiamando il n.348-9278461) l’Atelier Home Gallery propone “Dizajn”, uno showcase, un assaggio diciamo, di sei giovani designer serbi, tra i 24 e i 28 anni, che hanno già sfilato alle Fashion Week di Belgrado e della Serbia, accanto a una mostra di undici pittori serbi, proposti in collaborazione con la locale Confindustria.


Dajana Vasic e l'abito-cotta di spille di sicurezza (foto Jovana Mladenovic)

 
Gala Borović e la sua collezione "1986" (foto Milica Drinic)


 
La pelliccia aricoperta di uno strato di nylon di Kony Miami (Marija Janosevic) e l'abito di Maradu (Marija Dujovic)


Dajana Vasić, dunque. La cui collezione, già presentata in sei collettive internazionali, rilegge la sontuosità attraverso materiali poveri e comuni, la preziosità del guardaroba aristocratico che rimane nel finto scintillare di elementi di ordinaria sartoria. Da questa idea escono un top che riproduce la maglia metallica delle cotte sopra una garza elastica. Ma è un inganno: non c’è niente di ferrigno, la maglia è realizzata con trentamila spille da balia, montate fitte fitte ma incredibilmente flessibili e accarezzanti sulle forme del corpo. L’altro outfit è un abito da sera, il cui reggiseno, con la stessa tecnica, dà l’impressione di un decoro di paillettes.


Dajana Vasić (foto Jovana Mladenovic)

 

Con Maradu (Marija Dujovic, che ha studiato allo Iuav di Venezia) il salto è all’indietro, negli anni ’60. La sua mini-collezione si intitola “Don’t grow, it’s a trap”, non crescere è una trappola, fatta di microabiti con il collo “claudine”, tondo e da collegiale, o con piccoli fiocchi sulla schiena, da vestiti più lunghi glitterati e confetto, sempre con qualche vezzosità vintage, da una gonna rosa di finta pelliccia e da una mini in ecopelle, tutto in una palette pastello.
Una sfida ai giovani più spiritosi e trasgressivi, dentro cui batte un cuore alla “Miami Vice” è la proposta pop di Kony Miami (Marija Janosevic). Lei la definisce, “sassy”, strafottente, e crea una serie di bermuda, top e giacche maschili, su stoffe bianche dipinte a mano e con tagli a vivo, ispirati alla cultura pop. Nei disegni mescola dettagli dell’arte italiana, scarpe Nike e Lamborghini Diablo. Chi ha coraggio, o fa il performer alla Lady Gaga (o all’autoctona triestina Jotassassina...), può scegliere una pelliccetta color geranio ricoperta di una guaina di nylon, ma c’è anche un utile (e portabile) impermeabile color fumo in pvc.


 
, Gala Borović e uno dei suoi new age travellers della collezione "1986" (foto Milica Drinic)


Infine
Gala Borović con i suoi “new age travellers” che si ispirano allo stile post-punk dei ribelli al governo Thatcher, trasferitisi da Londra alla campagna inglese. Pezzi da sovrapporre, soprabiti, giacche, pantaloni e shorts, su cui la stilista inserisce “medaglioni” con volti stampati su un tessuto di cotone e successivamente ricamati con paillettes e perle, ispirati ai volti malinconici e ambigui di questi “anarchici rurali”, ritratti dal fotografo inglese Iain Mc Kell.


Accessori e body-pieces della scenografa Sonja Iglic (foto Alek Zivkovic)


In mostra anche la collezione di gioielli della scenografa Sonja Iglic, in pelle e ottone: occhiali, anelli, bracciali, body-pieces con strutture a ciglia che richiamano la pianta carnivora Dionea, sintesi della natura predatoria dell’uomo. In arrivo, dopo una tappa a Milano, gli anelli-scultura di Studio Manufactura di Nenad Stojaković.
@twitter@boria_a 

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