lunedì 24 ottobre 2016

 MODA & MODI

 Nostalgia di gambe a triangolo


Stirrup pants di Balenciaga firmati Demna Gvasalia
 




Chi ha passato da un pezzo la mezza età li ricorda soprattutto come pantaloni da sci. Braghe rigide con una propaggine da infilare sotto il piede, e poi dentro gli scarponi, per proteggere le estremità da freddo e neve. Una sorta di ghetta spessa, che mai rimaneva perfettamente in asse, fastidiosa sotto la pianta del piede.

A metà degli anni Ottanta eccoli "sdoganati": la staffa rimane, anzi si mette bene in vista, ma i pantaloni si sono alleggeriti e colorati, diventando una sorta di leggings di maglina da abbinare a ballerine e mocassini. Portati con maglioni oversize, hanno attraversato tutto il decennio tra gli Ottanta e i Novanta, una stagione della moda su cui il brutto si è accanito particolarmente, dalla testa ai piedi, cominciando con le cotonature e finendo proprio nei calzoni a imbuto.

Così dallo sport, dove erano stati adottati per andare a cavallo prima ancora che per sciare, i pantaloni con la ghetta si sono ritrovati a far parte dell’abbigliamento di tutti i giorni. Un upgrade? Macchè. Consistenza del tessuto a parte, hanno mantenuto lo stesso taglio e le caratteristiche di semplicità e praticità (tutte presunte, in realtà. Questi calzoni non sono semplici da portare se non si è alte, snelle e con gambe sottili. Quanto a una propaggine sotto la scarpa, la praticità, anche nel senso di igiene, diventa un concetto approssimativo...).


Oggi ritornano, per l’ennesima volta, e molto più ambiziosi. Il decennio maledetto delle cofane, delle spalle imbottite, delle paillettes spruzzate ovunque, ci restituisce anche loro, gli "stirrup pants" (come li chiamano gli specializzati), che oggi salgono in cattedra, lasciano le scarpe rasoterra, e si agganciano sotto un paio di stiletto da gran sera.
Come l'animalier e le imbottiture, suscitano reazioni viscerali, muovono gli strati più profondi del nostro gusto, chiedono odio o pretendono dedizione totale.


Demna Gvasalia, lo stilista georgiano che disegna Balenciaga e il suo proprio brand, Vetements, li ha mandati in passerella insieme alle spallone, in un tailleur che concentra tutto il dna di un’epoca che molti vorrebbero dimenticare, con le sue proporzioni esagerate e i suoi ammenicoli e sbarluccichii (la collezione di Gvasalia, dove i pantaloni con le ghette erano accostati anche a bomber con le spalle scese, ha fatto gridare la totalità della stampa al miracolo creativo: sarebbe la quintessenza dell'estetica del brutto...). Non era il solo: li hanno proposti anche Versace e, per Marni, Consuelo Castiglioni, giusto prima di abbandonare la direzione creativa del marchio che ha fondato e che oggi fa parte del vasto carnet di Renzo Rosso.


Sulla scia delle griffe, i pantaloni con le ghette li troveremo anche da Zara. Così basterà che su Instagram qualche influencer con migliaia di follower ci si faccia fotografare dentro, perchè orde di ragazzine rispolverino le gambe a triangolo delle loro mamme. Come se il tempo fosse passato invano.

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