lunedì 2 gennaio 2017

MODA & MODI

Lo sfizio del saldo superfluo 



 

Ripuliti in fretta e furia siti e giornali dagli sbrilluccichii di Capodanno, ecco avanzare la grande mestizia dei saldi. Il copione si ripete invariato da anni anche in rete, dove tutto sembra sempre nuovo, improvviso, appena accaduto, pop-up continuo di primizie e trend. E invece non c’è nulla di più monotono e prevedibile delle pagine a cavallo dell’anno vecchio che si congeda e del nuovo che entra: nello stesso layout, virtuale o cartaceo di riviste e giornali, si avvicendano, e in parte convivono, gli svampiti consigli sull’intimo color ciliegia e l’abitino di stagnola dorata della notte di San Silvestro e il massiccio e punitivo decalogo per affrontare le svendite in sicurezza.

Dopo l’insulso sfarfallio di paillettes e brillantini, la penitenza e la rinuncia. Dopo le più improbabili spese che ci vengono suggerite per il veglione, dovremmo zavorrare il portafoglio per evitare che risalga dal fondo della borsa e si apra con troppa facilità alla tentazione delle offerte.

Ecco dunque le tavole della legge per il saldo sano: solo negozi di fiducia, solo se i cartellini hanno tutte le percentuali al loro posto, solo se il ribasso non supera l’asticella di sicurezza, solo se abbiamo tenuto d’occhio l’andamento del prezzo del prodotto nei mesi precedenti l’acquisto, solo se siamo assolutamente certi che nulla sia stato gonfiato, artefatto, ritoccato. E, naturalmente, solo se è un capo o un accessorio destinato a durare ere geologiche, al contrario di quell’abituccio monospalla con volant uscito da Guerre stellari che l’1 gennaio abbiamo guardato come un alieno atterrato nell’armadio a nostra insaputa.


Saldo deve far rima obbligatoriamente con solido e stabile. Dev’essere solidale e sostenibile, ovvero abbastanza incolore da non farci sentire in colpa. Non bastassero i buoni propositi di inizio anno, siamo bombardati da proclami sulle svendite giudiziose. Acquisti utili e niente colpi di testa. Camicette, pantaloni, maglioncini abbinabili tra loro, senza età e identità, destinati ad ancorarsi al guardaroba a imperitura memoria del nostro buon senso. È già calcolato perfino quanto spenderemo, invito subliminale a evitare sforamenti di budget.
 

Eppure questi saldi li abbiamo aspettati così tanto. Abbiamo rimandato, valutato, temporeggiato. Abbiamo seguito quella borsa come un’azione in Borsa. Non ci meritiamo un risarcimento? Basta poco: facciamo equivalere dilazione a distrazione, a gratificazione. Lo sfizio ha uno straordinario potere rigenerante. In fondo, per il sacrificio del superfluo rimane tutto il resto dell’anno.
@boria_a
 

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