sabato 4 marzo 2017


 IL LIBRO

Quanti misteri sull'isola di Alice



Daniel Sànchez Arévalo


Sappiamo veramente tutto di chi ci vive accanto? Quanto e che cosa ci tace chi coindivide la nostra quotidianità? Ruota intorno a due domande “L’isola di Alice” (Editrice Nord, pagg. 494, euro 14,90), primo libro dello sceneggiatore e regista spagnolo Daniel Sánchez Arévalo, finalista al premio Planeta 2015.

È quello che si chiede, anzi è costretta brutalmente a chiedersi, anche la protagonista di questo romanzo tinto di rosa e di giallo, Alice, giovane mamma di una bimba di sei anni e incinta della seconda, quando nel cuore della notte, poco dopo aver sentito il marito al telefono per un saluto, viene svegliata di soprassalto da una chiamata della polizia: Chris, ex promessa del tennis e imprenditore di successo, è rimasto ucciso nello schianto solitario della sua auto, mentre rientrava a casa, a Providence, da un viaggio d’affari.


Lo strazio della perdita è incommensurabile, ma sul dolore si allunga subito un’ombra, un tarlo subdolo, un interrogativo che, come una metastasi, invaderà, e a poco a poco prenderà le redini della vita di Alice: perchè Chris, l’amore degli anni del liceo, il marito perfetto, è morto dove non doveva essere, non a Yale, come aveva detto alla moglie, ma dalla parte opposta, sulla strada per Robin Island, un’isoletta vicino a Nantucket nel Massachusetts. Sono le 00.01, un secondo dopo la mezzanotte del 13 maggio 2015, ma da quell’istante, per Alice, sarà il giorno zero dell’anno primo d.C., dopo Chris. Con un breve passato in comune da custodire intonso, e un futuro da sgombrare da sospetti e interrogativi, per sè e per le figlie.

Scoprire perchè Chris fosse lì, che cosa le aveva nascosto, quanto profondo fosse quello spazio grigio di cose non dette - o semplicemente di abitudine, inerzia - che era cresciuto tra di loro, inavvertito e inavvertibile, diventa l’ossessione di Alice. «Una relazione simile al sole d’autunno, che non richiedeva protezione. Dolce, serena. E adesso mi chiedevo se non fosse stato proprio questo a renderla banale e noiosa. Chris aveva bisogno di qualcosa di più, forse? O ero io a desiderarlo, in modo inconsapevole? E adesso ero alla ricerca di quel suo di più, che era diventato il mio. Un paradosso, dal momento che ormai tutto era venuto meno».


È un viaggio all’indietro “fisico”, quello di Alice, ricostruendo attraverso le registrazioni delle telecamere ogni chilometro dell’ultimo itinerario di Chris, e poi di quelli precedenti, fino a isolare la meta che le era stata tenuta segreta, dove il marito era andato più volte negli ultimi due anni: Robin Island. A fare che?


Il viaggio, però, è soprattutto interiore, prima alla ricerca di quella crepa, forse inavvertita forse sottovalutata, in un’intesa apparentemente perfetta, poi scavando risorse inaspettate, un lato di sè che non conosceva: la capacità di manipolare, di fingere, di simulare pur di arrivare all’obiettivo, quella verità che a poco a poco diventa una sfida, un’ossessione, un delirio di onnipotenza.

Alice fa di Robin Island la sua nuova casa. La sua “vasca”, dove nuotano pesci da tenere d’occhio, di cui studiare abitudini e debolezze, da incasellare nell’elenco dei potenziali parenti, genitori, figli, amanti di Chris. Un’esistenza davanti ai monitor, non solo metaforici. Dove, alla fine, nemmeno i segreti del marito sono più tanto importanti quanto il potere e l’ebbrezza che dà il controllo sulla vita altrui. Anche un nuovo amore viene risucchiato in questa tela di ragno e diventa una pedina nel grande gioco degli inganni orchestrato dalla protagonista. Accumulando altri segreti su quelli da svelare. 


Con un registro da chick-lit, un timbro ironico (ma una lunghezza francamente eccessiva) Arévalo tocca dinamiche familiari (non ultima quella del rapporto con una figlia compulsiva, la primogenita di Alice, Olivia) che avrebbero potuto portare a sviluppi meno zuccherosi. L’inquietudine del “grande occhio” si annacqua in un fiume di buoni sentimenti e non diventa mai un rivolo avvelenato e mortifero, in grado di virare - eppure l’autore con le sceneggiature ha dimestichezza - la fiction in drama. Alla fine (senza dir troppo per non rovinare la suspense), Alice saprà che cosa faceva Chris in quelle parentesi lontano dalla sua adorata famiglia. Ma per il lettore il suo segreto è molto meno originale di quelli che ha seminato.
@boria_a


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