martedì 4 dicembre 2018

MODA & MODI

L'arte
di brillare

Cos’è quell’estemporaneo sbrilluccichio nelle vetrine? Un po’ troppo presto per l’anticipo di Capodanno. Siamo abituati alla comparsa degli abiti color carta stagnola nella prima decade di dicembre, appena un po’ prima delle mutande color ciliegia. La fine del 2018 si è accesa con largo anticipo. Dai vestiti sottoveste ai pantaloni, dai cardigan ai berretti, dalle t-shirt ai cappotti non c’è capo senza una trama di lurex, un riflesso metallico, un soffio di puntini dorati, un tocco glitterato.

Le paillettes si sono insinuate pian piano, una spruzzata qua e là, senza imporsi troppo e ora ne siamo assediati. Dorate, argentate, colorate. Ma da quando hanno varcato il confine del guardaroba da sera per uscire di giorno?
 

Le stagioni intere, proprio come le mezze, non esistono più. L’abbigliamento si fa a strati, per accumulazione o sottrazione, senza paura di abbinamenti inediti in consistenze e colori. Lo stesso vale per le occasioni, anch’esse diventate fluide. Trasparenze e nero si portano a qualsiasi ora e gli involucri d’oro e argento non sono più legati all’idea della notte da avvolgere di luce per qualcosa da celebrare. Un paio di pantaloni ricoperti di paillettes va d’accordo col maglione norvegese, una tunica glitter si mette coi jeans, la dolcevita argentata col tessuto tecnico, usciamo col piumino di stagnola per fare la spesa. Il segreto sta nel quanto basta. Niente total look, per non sembrare un roches. Meglio concentrarsi su un unico capo o su un accessorio se il fisico è importante. Le paillettes colorate evitano l’effetto squama. Un maglioncino brillante accende il tweed senza sopraffarlo.

Scintillare è un’arte che richiede discrezione.

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