martedì 2 giugno 2020

MODA & MODI

E se (dopo il lockdown) tornassero le mezze stagioni?


Il primo a parlar chiaro è stato Armani, poi Saint Laurent, ora Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci. Tutti, con accenti diversi, hanno dichiarato di voler rimettere il sistema moda a un passo più umano. Due sfilate l’anno, in sintonia con le stagioni, tagliando la produzione forsennata di collezioni che restavano in negozio per pochi giorni, alimentando gli sprechi e il senso di onnipotenza dell’intero sistema. E come se l’epidemia avesse tolto alla moda una gigantesca benda dagli occhi, per quanto glamour.

 L’orologio che alcuni grandi brand hanno detto di voler sintonizzare di nuovo con i tempi reali, e con le necessarie pause, della creatività, ha già ripulito il linguaggio di una terminologia finta e spesso fastidiosa, che giustificava il continuo ricambio dei capi, senza che il consumatore potesse nemmeno desiderarli e aspettarli. Autunno-inverno, primavera-estate tornano ad avere un loro significato e una loro collocazione nel calendario, si succederanno anche nella pubblicità delle riviste e non saranno più stagioni artificiosamente collegate da collezioni “cruise”, ”holiday”, “pre”, quasi fosse un obbligo anticiparle sempre o impedire che ci fosse qualche spazio non riempito di nuovi prodotti. Alessandro Michele ha annunciato di voler utilizzare il linguaggio della musica, dunque con lenti e adagi compresi.

La rivoluzione è grande. Rallentare il ritmo, significa ridimensionare i consumi, eliminare sprechi, diminuire emissioni e inquinamento e anche cancellare una parte delle cosiddette professioni legate all’industria della pubblicità. Gli influencer che si immortalano in tuta o mentre sfornano pizze nella cucina di casa, hanno capito che l’aria è cambiata e che se vogliono salvare almeno una parte dei loro lucrosi contratti con le aziende devono abbassare i toni della comunicazione e intercettare un consumatore impoverito e disorientato, che potrebbe rifiutare la loro costante e inscalfibile meraviglia davanti a qualsiasi prodotto debbano vendere.



E se ritornassero anche le mezze stagioni, non quelle inventate per giustificare il moltiplicarsi delle collezioni, le mezze stagioni vere? Quei momenti di passaggio della natura che si prepara al cambiamento, con pesi, colori, consistenze di “transizione”. Forse, dopo il lockdown, scopriremo che esistono ancora. 

twitter@boria_a

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