venerdì 9 gennaio 2015

IL PREMIO

Ariane Mnouchkine, il "Nonino" alla Francia multiculturale

Per i suoi quarant’anni il Premio Nonino sceglie di portare alla ribalta l’impegno di chi ha fatto dell’incontro tra culture, dell’integrazione, della tolleranza e della solidarietà, un’opera d’arte, che si alimenta continuamente dell’incontro con altri mondi. Un’intuizione quest’anno più che mai legata all’attualità, verrebbe da dire quasi una premonizione degli augusti “selezionatori” che affiancano la famiglia di Percoto, in un momento in cui i valori fondanti dell’Europa sono annichiliti dalla violenza. Sarà Ariane Mnouchkine, 75 anni, fondatrice del Théâtre du Soleil, anima di produzioni che raccontano come la coesistenza e la permeabilità delle culture siano alla base dell’illuminismo europeo, a ricevere, dalle mani del “collega” Peter Brook, il riconoscimento nella cerimonia ospitata come da tradizione nei capannoni di Ronchi, il prossimo 31 gennaio.

Ariane Mnouchkine
La più grande interprete del teatro francese del secondo Novecento, le cui produzioni intrecciano Oriente e Occidente, esplorando le radici profonde di ciascuna delle due culture, riceve il riconoscimento all’indomani della strage islamista alla rivista satirica Charlie Hebdo, nel giorno in cui la Francia e l’Europa si interrogano sulla violenza e il fanatismo che covano dentro.
E non è l’unico riconoscimento per la Francia, perchè anche il Premio internazionale Nonino segue il filo conduttore del dialogo, del riavvicinamento all’uomo. Lo riceverà, dalle mani del “collega” siriano Adonis, Yves Bonnefoy, 92 anni, considerato il massimo poeta francese vivente e autore di libri che spaziano dai racconti, all’arte, alla critica e alla teoria letteraria.

Il poeta francese Yves Bonnefoy
Nelle sue liriche, l’«io» del poeta, espresso con potenza e semplicità, cerca il rapporto con il mondo, la vicinanza alle parole e alle cose, con quell’atteggiaento e quello stupore che sono tipici dell’infanzia, poi cancellati dalle esigenze della concettualizzazione intellettuale.
Dall’Europa all’America, ancora una volta per parlare di diritti civili e di parità tra i sessi. Il premio Nonino a “un maestro del nostro tempo” è stato assegnato a Martha C. Nussbaum, 67 anni, filosofa statunitense, insegnante di diritto ed etica all’Università di Chicago, studiosa della filosofia del mondo classico e teorica della giustizia globale.
La filosofa Martha C. Nussbaum
Figlia di un avvocato di Philadelphia e di una designer d’interni, Martha ha descritto la propria educazione come quella «di una élite Wasp (White, Anglo-Saxon Protestant, i discendenti degli originari colonizzatori inglesi, praticamente la “crema” della società, non appartenente ad alcuna minoranza) della Est Coast, molto sterile, molto interessata ai soldi e allo status». Il suo percorso intellettuale e di studiosa, svoltosi tra Harvard e la Brown University, si è allontanato diametralmente da queste premesse, focalizzandosi in particolare sulle ineguaglianze di libertà e opportunità tra uomini e donne ed enfatizzando il fatto che il liberalismo implica un ripensamento radicale dei rapporti tra i sessi e di quelli all’interno della famiglia. Il premio a Martha Nussbaum sarà consegnato da Fabiola Gianotti, che ricevette il Nonino nel 2013 (insieme a Peter Higgs, nello stesso anno vincitore del Nobel per la fisica), e che oggi è la direttrice generale del Cern di Ginevra e componente della giuria del premio friulano.
Il Nonino “Risit d’Aur” - il primo nato in casa dei distillatori, nel 1975, quello che entra davvero negli “anta” - e che nella sua stessa denominazione in lingua friulana porta con sè il riconoscimento a chi difende e valorizza le tradizioni, la cultura popolare e i saperi della terra, quest’anno resta in Italia. Sarà Claudio Magris a consegnarlo a Roberto De Simone, 81 anni, musicista, concertista, regista di opere liriche nei più grandi teatri del mondo e autore teatrale, accademico di Santa Cecilia, che ha dedicato una vita all’approfondimento delle tradizioni popolari della sua regione, la Campania.
Il musicologo e regista Roberto De Simone

Nel 1967 l’incontro con alcuni giovani musicisti interessati a una nuova proposta di musica popolare, Giovanni Mauriello, Eugenio Bennato e Carlo d’Angiò, da cui nasce La Nuova Compagnia di Canto Popolare, di cui De Simone, fino al 1974, sarà animatore, ricercatore, elaboratore di materiali musicali. La sua è sempre stata una ricerca “sul campo”, all’interno delle feste popolari, attraverso interviste nei paesi dell’entroterra campano, alla ricerca di tracce dove la tradizione è già andata perduta. Un lavoro di recupero che va di pari passo con la tradizione colta, con l’analisi di materiali di biblioteca, di saggi su forme metriche del canto ormai smarrite, ma necessarie per “attualizzare” la tradizione. Un impegno in cui la famiglia Nonino ha riconosciuto lo stesso spirito da cui nacque il “Risit d’aur”, per far riconoscere, e riportare a tavola in forma “alta”, come elisir e non torcibudella, gli antichi vitigni autoctoni friulani in via di estinzione, distillati in grappe d’autore.
Copione ormai collaudato per la cerimonia di premiazione del 31 gennaio, che inizierà alle 11 alla presenza della blasonata giuria: Fabiola Gianotti - cui sarà dedicato un brindisi speciale - Adonis, Antonio Damasio, Peter Brook, John Banville, Emmauel Le Roy Ladurie, Claudio Magris, V.S. Naipul, Norman Manea, Edgar Morin, Ulderico Bernardi e Luca Cendali. Quest’anno, davanti al consueto parterre intellettual-mondano di ospiti, la famiglia Nonino, con Benito e Giannola, le figlie Cristine, Antonella ed Elisabetta e i tanti nipoti di tutte le età, distilleranno la grappa del monovitigno Schioppettino della vendemmia tardiva. Prima del ballo che conclude la festa, taglio della torta del quarantennale, con l’orgoglio di ricordare che il “Nonino” in ben cinque occasioni ha anticipato di parecchi anni il Nobel - per la Letteratura a Naipaul, Tranströmer e Mo Yan, per la pace a Rigoberta Menchù - e l’anno scorspo di soli nove mesi quello assegnato per la Fisica allo scopritore della particella di Dio, quel bosone che porta il suo nome, Peter Higgs.

twitter @boria_a

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