venerdì 9 gennaio 2015

IL PERSONAGGIO

Maggiordomo della famiglia Addams è un gigante triestino

Filippo Musenga, 24 anni, nella parte del maggiordomo Lurch


«Quando ho fatto l’audizione per il personaggio c’erano altri sei candidati. Beh, devo dire che è stato confortante, mi sono sentito un po’ a casa. Sembrava una convention di giganti». Svettare a 1,98 di altezza e avere una voce da basso, in verità, a teatro può essere un vantaggio: limita di molto la concorrenza. Il rovescio della medaglia è che i ruoli non abbondano, ma Filippo Musenga, triestino, 24 anni, se ne è accaparrato uno che come esordio sul palcoscenico in una vera compagnia, non è niente male. È lui, infatti, il maggiordomo Lurch de “La famiglia Addams” con Elio e Geppi Cucciari, che resterà in cartellone al Rossetti fino a domenica, per poi continuare la tournée in varie città italiane e chiudere a Lecce il 28 marzo.
Fresco fresco di diploma alla Bernstein school of musical theater (Bsmt) di Bologna, Filippo Musenga è passato in due mesi dai banchi alla prova del palcoscenico e proprio grazie a un regista conosciuto a scuola, Gianni Marras, che gli ha procurato “un’audizione su chiamata” con il produttore del musical Borracini. «Pensavo di essere andato malissimo - confessa - perchè ero emozionato, nervoso. La prova non era facile, dovevo portare un brano cantato e poi un monologo. Per la prima prova ho scelto “Old man river” dal musical Showboat e poi, siccome Lurch non parla ma fa versi, ho fatto “Il suicidio” di Gaber nell’una e nell’altra versione, parole e versi. Non ci credevo, ma è piaciuto. Alla fine, non essermi caricato troppo, aver avuto paura del fiasco, è stato positivo».
A dirla così sembra facile, ma Filippo ha dovuto vedersela con gli altri sei giganti convocati insieme a lui e poi con gli aspiranti maggiordomi di una successiva “open call”, audizione aperta a tutti. A scegliere c’erano il produttore, insieme al regista Gallione e alla direttrice musicale Cinzia Pennesi, convinti così tanto dal giovane interprete triestino da affidargli, nel corso della tournée, anche la responsabilità della parte musicale dei cori. Debutto il 17 ottobre al teatro della Luna di Assago, sold out nei suoi 1600 posti. «È stata una bella soddisfazione - racconta - perchè quando provi un monologo senza il pubblico non ti rendi conto veramente se funziona. E, invece, dopo il mio monologo in “versi”, c’è stato un bell’applauso».



Filippo Musenga in scena
Formazione eclettica, scolasticamente parlando, quella di Musenga, che non fa mistero di aver perso un anno al liceo Petrarca e aver chiuso le superiori al Deledda, con il diploma radiologico-sanitario. Fin da piccolissimo, però, si misura con tastiere e batteria alla Scuola 55, poi studia pianoforte per qualche anno al conservatorio. «Al liceo - ricorda Filippo - scrivevo musica, avevo dei gruppi. Ho cominciato a studiare canto con Paolo Scacciati, a cui devo tantissimo. “Con la voce che hai puoi fare teatro” mi diceva ed è stato lui a spingermi su questa strada. Ho sentito parlare dell’Amtt, accademia triestina di musical dove insegna anche Paola Camber, come me diplomata alla Bernstein. Cercavano un batterista per accompagnare i saggi e io mi sono fatto pagare con lezioni di recitazione e canto. Finite le superiori, sono andato a Bologna. I miei? Molto intransigenti sulla scuola, ma anche se il mio percorso non è stato sempre lusinghiero, non mi hanno mai punito castrando i miei interessi. Anzi».
Alla scuola, non è mancata la gavetta e l’assaggio del palcoscenico: Filippo è stato Sweeney Todd nell’omonimo musical (reso famoso da Tim Burton con Johnny Depp) - «una partitura molto difficile da leggere», sottolinea - poi il protagonista di “City of Angels”, e ancora ne “Le streghe di Eastwick”, “Spring Awakening”, “Into the Woods”, “Wild Party”, col teatro di Bologna nel cast di “Les miserables” e “Ragtime”. Adesso, lui che a Trieste abita in via Crispi, sorride: «Praticamente scendo in pantofole e vado a lavorare nel teatro della mia città. È un’emozione e il pubblico è molto caldo».
Con Elio e Geppi il feeling è scattato subito: «Sono disponibili, aperti, dissacranti prima di tutto verso se stessi, non certo vip che se la tirano. Sembra di parlare con dei coetanei». È stato proprio Elio, durante le repliche a Milano, a venire in soccorso di Filippo, che con la testa rasata di Lurch è stato subito vittima dei malanni di stagione. «Avevo un brutto mal di gola e tosse», racconta. «Elio se n’è accorto e nell’intervallo tra due scene è andato a prendere le sue pastiglie miracolose in camerino ed è venuto a portarmele dalla mia parte del palcoscenico. Geppi? Una grande professionista. Una sera ha avuto problemi di microfono nella scena finale. Doveva recitare ancora delle battute ed è riuscita a cavarsela avvicinandosi a ciascuno dei personaggi e parlando nei loro microfoni, senza alcuna esitazione. Il pubblico ha apprezzato molto. Per la mia testa rasata mi consola: “resti sempre un bel ragazzo”».
Saltato dalla Bernstein alla tournée, Musenga non ha ancora avuto il tempo di pianificare il futuro. Dopo gli Addams, andrà a Firenze a studiare canto lirico con un insegnante del Conservatorio Cherubini, sognando di re-interpretare Sweeney Todd, o di essere Molokov nel musical Chess e anche il commendatore nel “Don Giovanni”. «Il musical mi piace tanto - confida - ma in Italia non ci sono molte opportunità per un fisico come il mio. Magari punto all’estero, a Londra o in Germania, per sfatare il mito che noi italiani non siamo all’altezza di questi palcoscenici. Sono giovane, è adesso che posso pensare in grande».

twitter@boria_a


"La famiglia Addams" con Elio e Geppi Cucciari


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