mercoledì 7 ottobre 2015


L'INTERVISTA

Demna Gvasalia: dalla passerella di Trieste a Balenciaga
"Fully dressed with smile"




 
Demna Gvasalia nel luglio 2004 a Trieste, quando vinse la terza edizione di ITS


Undici anni dopo la sua vittoria a ITS Three, fashion contest di Trieste - all’epoca talento ventitreenne nato in Georgia e allievo dall’Accademia di Anversa - Demna Gvasalia è diventato il nuovo direttore artistico di Balenciaga, al posto del designer americano Alexander Wang, che già da mesi i rumors modaioli davano in partenza dalla storica maison francese. Nel 2004, sulla passerella del Salone degli Incanti a Trieste, Demna aveva fatto sfilare una collezione maschile di viaggiatori globali, ricercati nei dettagli ma non leziosi, intitolata "Fully dressed without a smile", che aveva conquistato la giuria, composta, tra gli altri, da Antonio Marras, Raf Simons, Ennio Capasa, Richard Buckley, Wilbert Das, all'epoca direttore creativo di Diesel.
Uomini, quelli di Demna, calati in giubbotti di pelle e lana, in trench e giacche lunghe su pantaloni o tute morbidi ai fianchi e affusolati ai polpaccio. Uno stile, il suo, fin dal debutto caratterizzato dallo stravolgimento delle proporzioni e dalla scomposizione di capi dell’abbigliamento classico per ricavarne pezzi nuovi, non tracciabili, destinati a un mercato giovane, internazionale, underground. Sono proprio queste le ragioni che hanno fatto cadere su di lui la scelta di Balenciaga, dopo averlo visto alla prova del mercato con il suo brand, “Vetements”, con base a Parigi, premiato dal mercato, soprattutto americano e coreano, dopo appena due anni di vita, osannato dalla stampa ed entrato nei gusti di celeb come Kanye West e Jared Leto.
«Volevamo proprio qualcuno con una visione, capace di sparigliare le carte» ha dichiarato alla rivista WWD l’amministratore delegato e presidente di Balenciaga, Isabelle Guichot, che ha paragonato l’approccio del designer georgiano a quello dello stesso Balenciaga, il grande spagnolo che approdò a Parigi nel 1937 imponendo il suo stile visionario e originale. «Gvasalia - ha proseguito Guichot - ha la stessa propensione a sfidare le convenzioni, mettendo in discussione i metodi standard dell’industria e scegliendo un approccio sociologico per analizzare che cosa innesca il desiderio del consumatore».
L’aveva anticipato lo stesso Demna, in un’intervista del luglio scorso al quotidiano di Trieste Il Piccolo, in occasione del suo ritorno a Trieste come giurato nella scorsa edizione di ITS e sull’onda del successo della collezione autunno-inverno 2015 di “Vetements”, sfilata nel sexy club gay Le Depot a Parigi: «Per me - aveva sottolineato il designer - la creatività è avere idee che eccitano e motivano lo sviluppo e il desiderio. È molto facile combinare creatività e business, quando le idee si combinano con il desiderio. La nostra squadra si basa sulla discussione e il confronto. Parliamo molto, lavoriamo con statistiche e facciamo ricerche teoriche su cosa piace indossare alla gente che ci piace e che prendiamo come punto di riferimento. Analizziamo come si veste e come possiamo intervenire su questi elementi per creare un prodotto nuovo».
Trentaquattro anni, una laurea in economia all’Università di Tbilisi, Demna Gvasalia, dopo il successo triestino e la laurea in fashion design ad Anversa nel 2006, ha collaborato con Walter van Beirendonck per la sua collezione maschile, quindi è passato alla maison Margiela con la responsabilità della collezione donna e, nel 2013, a Louis Vuitton, con l’incarico di senior designer per il prêt-à-porter donna, prima a fianco di Marc Jacobs poi di Nicolas Ghesquière. Ora prende le redini di un marchio del lusso che fa parte del gruppo Kering, con cui debutterà a marzo alla Parigi Fashion Week. Sotto la sua direzione, Balenciaga dovrà preparare due importanti anniversari nel 2017: i cent’anni di fondazione del marchio e gli ottanta dall’apertura del primo negozio sull’Avenue George V, vicino agli Champs-Èlysées.
«Sono estremamente onorato ed eccitato dell’opportunità di portare la mia visione creativa da Balenciaga - ha commentato Demna a WWD - una maison con una storia eccezionale, capace di superare i confini della modernità nella moda. Non vedo l’ora di espandere il dna di Balenciaga e scrivere insieme alla squadra un nuovo capitolo della sua storia».
Nel luglio scorso, al Piccolo, il designer aveva raccontato che il suo brand, Vetements (che continuerà a disegnare), era nato dall’esigenza di esprimere se stesso «senza condizionamenti e da un senso di liberazione». E, a proposito dei ritmi del fashion system, che marcia con nuove collezioni ogni quattro mesi: «Non mi piace il modo in cui impone le sue regole. Tutti le devono seguire. Semplicemente non ero d’accordo».

Ora, con Balenciaga, Demna si rimette in gioco.
twitter@boria_a

Nessun commento:

Posta un commento