lunedì 26 settembre 2016

MODA & MODI


La seconda vita di Studiocinque e altro, da un vecchio forno si vola in rete 


 
Da www.studiocinqueealtro.com Mariaondina, sarta e modella



Per dieci anni il loro atelier è stata un’enorme e scenografica ex tipografia in viale D’Annunzio a Trieste, riconvertita in un negozio di tende e tappezzeria che aveva bisogno di nuove energie. Dalla metà del prossimo ottobre 2016, sarà un ex forno poco distante, in via Leghissa 6, piastrelle verdi anni Cinquanta alle pareti e pavimenti di graniglia, con un sapore vintage che da sempre fa parte del loro dna.

Ines Paola Fontana e Roberta Debernardi, le artigiane che, nel 2006, hanno ripreso in mano l’attività di “Studiocinque”, aggiungendo nel nome un “e altro” (riempito, negli anni, da borse, accessori, gioielli di recupero, arredi per la casa, furoshiki e tessuti tinti a mano), cambiano sede. Ma non vanno lontano, si spostano di un centinaio di metri, a chilometro zero, com’è nella loro natura di artiste “slow” (“sartine”, insiste Roberta), appassionate di tessuti da riportare a nuova vita, bottoni ai quali ridare un’anima e una funzione diversa, con attenzione ai dettagli e uno stile inconfondibile, un po’ zen.

Dalla vecchia tipografia al forno, passando per un negozio da barbiere che è l’attuale vetrina che collega il negozio alla strada, il filo conduttore rimane lo stesso e sempre nel cuore di Barriera: il piacere di lavorare con le mani, restituendo un’identità (un’utilità e anche un’estetica) a vecchie pezze o oggetti altrimenti destinati all’eliminazione.




 

 






Tutto è cominciato, dieci anni fa, in quella prima sede “stabile” di viale d’Annunzio a Trieste, dove sono riemerse decine di campionari di splendidi tessuti d’arredamento, accatastati e dimenticati. Scampoli preziosi (ma, soprattutto per le dimensioni, apparentemente inutili) trasformati con pazienza in borse, cinture obi, collane, grembiuli, cuscini, stole, cappelli. Come l’inesauribile lascito di bottoni di una merceria chiusa, da cui sono usciti metri e metri di collane, di ogni lunghezza e colore, sempre con un pizzico di ironia nelle “manipolazioni”.

Prima del trasloco definitivo, il 30 settembre e il 1° ottobre 2016, “Studiocinque e altro” (www.studiocinqueealtro.com)mette in svendita quel che rimane delle passate collezioni, accanto a qualche mobile sottratto alla discarica e resuscitato da un restauro certosino. A breve, in via Leghissa, riprenderanno corsi e workshop, la produzione di oggetti d’arredo e accessori, e, per la prima volta, il marchio venderà online. Nella sua seconda vita “Studiocinque” sbarcherà in rete, da un laboratorio dismesso che ha custodito, e ora ritrova, il gusto del fare.

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