lunedì 8 dicembre 2014

IL PERSONAGGIO
Nicolai Lilin, tatuaggi per iniziati






  Il corpo che cambia, che si trasforma. Che diventa fondale su cui incidere e dipingere, involucro da vestire e da fotografare, mezzo per esprimere identità diverse. Da domani, alle 19, al Castello di Susans di Majano, la tredicesima edizione di "Maravee", rassegna di arte e linguaggi contemporanei ideata e diretta da Sabrina Zannier, si concentra sul "Corpus" e ne propone le tante identità e mutazioni attraverso immagini, dipinti, video, costumi, performance, tatuaggi.
Tra i protagonisti di quest'anno c'è Nicolai Lilin, autore del romanzo "Educazione siberiana" da cui Gabriele Salvatores ha tratto l'omonimo film, personaggio discusso e controverso, che a Susans si presenta nella sua più recente e inedita versione, quella di fashion designer. Al piano terra del castello, nell'allestimento curato da Belinda De Vito, saranno esposti i disegni di Lilin accanto alle t-shirt e al poncho del brand Happiness, su cui sono stampati. Il messaggio della mostra è diretto: dall'epidermide, il "segno" del tatuaggio contamina altre superfici legate alla corporeità, come i tessuti, attraverso i quali il corpo si estende, si copre, si trasforma. .
Parliamo di questa "incursione" friulana con Nicolai Lilin.
Dai tatoo alle magliette: com'è avvenuto il passaggio?
«Diversi brand di moda in passato mi hanno contattato, interessati ai miei disegni e alla tradizione del tatuaggio siberiano. Recentemente il tema del tatuaggio pare che sia diventato una moda. A me fa sorridere perché là dove altri vedono teschi, coltelli, pistole e simboli considerati forti, io vedo tutto un mondo di storie, di persone, di vissuti. La collaborazione con Happiness è nata dall'incontro con Yuri Scarpellini, fondatore del brand, affascinato dal mondo che rappresento attraverso i miei disegni mi ha lasciato completamente libero di interpretare la mia linea di abbigliamento cercando di tenere sempre saldo il rapporto con il significato profondo dei simboli».
Nei disegni ci sono differenze rispetto al "materiale" su cui li esegue?
«Ogni disegno racconta una storia. Se si tratta di un disegno destinato ad essere tatuato sulla pelle, mi lascio guidare dal racconto personale di chi lo porterà poi per la vita. In altri casi i disegni, come molte delle opere che sono in mostra al Castello di Susans, nascono dalla vita personale dei miei avi, ogni disegno è come un piccolo romanzo. Per me è un modo per ricordare e celebrare le vite di persone che ho amato e che ora non ci sono più, che hanno combattuto tutta la vita per i loro ideali. Infine i disegni destinati alle magliette, proprio perché sono indossati da tante persone diverse, si rifanno a degli ideali universali: l'amore, il viaggio, la ribellione, la libertà, la fugacità del tempo».
Crocifissi, madonne che impugnano armi, angeli e scheletri. Qual è il significato del suo messaggio?
«Nella mia tradizione non viene mai svelato il significato dei simboli».
Diventa "di moda" una pratica che in "Educazione siberiana", lei carica di significati rituali, di appartenenza a una comunità, quasi iniziatici. Che cosa l'ha convinta?
«Non sono io che l'ho fatta diventare una moda, quello che ho potuto osservare è che il tatuaggio, che si è diffuso fino a diventare una moda per imitazione, adesso sta vivendo un cambiamento. Sempre più persone stanno diventando più sensibili nei confronti di questo tema, e invece di voler copiare i tatuaggi dei personaggi più alla moda per essere come loro, cercano un simbolo di appartenenza, vogliono riconoscersi nella propria pelle».
Non si preoccupa di essere definito anche "commerciale"?
«No. Perché è un termine offensivo?»
Collabora anche con un'azienda che produce coltelli di Maniago? E che cosa fa?
«Ho disegnato un coltello da caccia ispirandomi a quello che aveva mio nonno. Mi piacerebbe disegnare anche dei coltelli tattici in futuro. Sono un grande appassionato di coltelli, tra gli uomini della mia famiglia era considerato un accessorio indispensabile nella vita di tutti i giorni e nella mia vita mi è capitato di poterne osservare e utilizzare tanti, sono oggetti affascinanti, ogni forma, ogni curva, ogni impugnatura è studiata e pensata per essere ottimale nelle diverse situazioni in cui verrà utilizzato».
Le piace più incidere la pelle o la carta?
«La mia arte non si concentra nell'incisione di materiale, l'incisione della pelle o la preparazione di un disegno sulla carta, tela o altri supporti è soltanto la conclusione logica di un processo etico e tradizionale, molto profondo e difficile, legato alla creazione, alla composizione dell'opera. Conoscere le persone, ascoltare le loro storie, anche più intime, trasformare queste storie in simboli, elaborarli artisticamente - questa è la parte in assoluto più importante della mia attività. Il resto sono solo processi tecnici per me di minore rilevanza».
Come tatuatore, accetta qualsiasi richiesta del cliente?«Nella mia arte non esistono termini come "cliente" o "richiesta". Tra me e le persone che decidono aprirsi con me per trasformare le proprie esperienze in simboli si crea il rapporto paragonabile a quello di un confessionale. Nessuno decide cosa tatuare, io interpreto semplicemente le storie delle persone, trasformando le loro parole in simboli seguendo una tradizione che ha delle regole molto precise».
Il suo spazio a Maravee si intitola "Scritto sulla pelle". Che cosa vorrebbe scrivere sulla pelle di chi verrà a conoscerla?
«Per avere sulla propria pelle almeno una mia opera non basta semplicemente passare alla mia mostra e conoscermi. Bisogna comprendere il senso della tradizione del tatuaggio siberiano ed essere pronti a confessarsi onestamente. E avere molta pazienza. Un tatuaggio siberiano va meritato, non è per tutti, si tratta di una tradizione iniziatica che si apre a pochi».
twitter@boria_a

2 commenti:

  1. cara Arianna, in bocca al lupo per il tuo blog....davvero un ottimo inizio!!!E la curiosità regna sovrana...come avrebbe tradotto le tue parole in tatuaggio l'affascinante Nicolai???

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  2. Chissà .... Credo che si debba semplicemente accettare il rischio di farsi incidere e aspettare il risultato con convinzione. Se non si è convinti di partecipare al "rito", meglio lasciar stare. Su questo lui mi pare implacabile. Personaggio o uomo d'affari?

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